L’Aquila. “In questi ultimi anni assistiamo ad una volontà di riportare indietro la condizione delle donne relegandole ad un ruolo marginale e subalterno, annullando lo spazio di libertà e di autodeterminazione”, questo l’incipit con cui Cgil Abruzzo e Molise attacca tramite comunicato stampa alcuni atteggiamenti delle amministrazioni di Centro-destra.
“Alcune amministrazioni di centro destra, sia regionali che comunali, in Abruzzo, Molise, Marche e Umbria hanno assunto provvedimenti tesi a limitare l’emancipazione e le libertà di scelta delle donne”. In particolare Cgil elenca i seguenti episodi:
-In Abruzzo, a febbraio 2021, l’assessora regionale alla Sanità, Nicoletta Verì raccomandava alle Asl
regionali che la somministrazione della pillola Ru 486 venisse praticata in ospedale e non nei Consultori, come prima. E nel Molise, questa criticità si riscontra già da diversi anni.
-Il Comune di Pescara ha approvato, a marzo dello scorso anno, una mozione che impegnava il sindaco e la giunta a trovare un’area del territorio comunale dove “piantumare un albero per ogni bambino mai nato”. E nell’aprile di quest’anno, sempre a Pescara, viene presentata una mozione che prevede incentivi alle donne che decidono di non abortire.
-In Umbria, a giugno 2020, la giunta regionale ha ripristinato l’obbligo dell’ospedalizzazione di tre giorni per la somministrazione della pillola RU 486, delibera revocata solo a seguito della mobilitazione delle donne. E nonostante questa sconfitta, la giunta regionale ha continuato a produrre atti contro l’autodeterminazione delle donne. Ha proposto, con il sostegno dell’associazione “Pro Vita”, la modifica del Testo Unico della Sanità e Servizi Sociali nella parte relativa agli interventi per la famiglia. Inoltre ha proposto di introdurre un nuovo regolamento sul funzionamento dei centri antiviolenza che ne rende più ardua e difficoltosa la loro attività di programmazione e gestione.
-Il comune di Foligno, con delibera, ha istituito “la Giornata per la Santità della Vita”, su proposta della consigliera leghista Luciana Collarini.
-Nelle Marche, sono state escluse le Rappresentanti di Cgil Cisl Uil dalla Commissione Regionale delle
Pari Opportunità (Cpo). Inoltre è stata avanzata una proposta di legge che prevede l’allargamento della Cpo, con una corsia preferenziale , alle madri e/o alle disabili. Altra proposta di legge regionale è quella invece sulla famiglia, che fa esplicito riferimento alla famiglia tradizionale legata dal vincolo matrimoniale.
“Tutto questo accade mentre nel dibattito politico nazionale ed europeo la valorizzazione del genere è
considerata una risorsa indispensabile per la ripresa e il futuro”, dichiara sempre Cgil, “quando un diritto sancito per legge viene negato, si indebolisce anche la democrazia . Come donne e uomini dell’organizzazione Spi Cgil siamo consapevoli del pericolo che queste azioni possono rappresentare sul piano culturale e sociale, riportando indietro l’orologio del tempo, indebolendo la dignità delle
donne e il valore delle loro le conquiste”.
“Noi donne e uomini dello Spi Cgil, siamo pronti e determinati a non farci sopraffare da questi tentativi politici reazionari. Non permetteremo che i risultati di tante lotte femministe e sindacali vengano cancellati”. E per questo bandiscono un incontro per mercoledì 16 giugno alle ore 14,30, con la partecipazione del segretario nazionale Spi Cgil Ivan Pedretti, sul sito di Collettiva.it, parleremo e discuteremo come affrontare questa situazione e le eventuali azioni di contrasto da mettere in campo.