L’Aquila. Il Segretario Regionale di Azione Giulio Sottanelli interviene sullo scontro in Consiglio Regionale
tra Maggioranza ed Opposizione, in merito alla Carta degli aiuti di Stato per le imprese che esclude
molti Comuni inseriti nel cratere sismico, sia in Provincia de L’Aquila che di Teramo:
“Abbiamo osservato con interesse e preoccupazione l’evolversi della polemica tra Maggioranza ed
Opposizione in Consiglio Regionale, sulla Carta degli aiuti di Stato alle Imprese che, sulla base di
una direttiva europea, concede dal 10 al 30% in più dei sostegni a quelle imprese che ricadono in
aree svantaggiate. – Spiega Sottanelli – La decisione della Giunta Marsilio di escludere molti
Comuni del cratere sismico del 2009 e del 2016, ci ha sconcertato. Comprendiamo i limiti imposti
dalla normativa che avrebbero spinto il governo regionale a fare scelte difficili, ci sfugge però il
criterio di queste scelte che vanno a premiare certi territori rispetto ad altri più bisognosi. Ci
saremmo aspettati un confronto basato su proposte concrete e realistiche da una parte e dall’altra
che potessero portare ad una sintesi ragionevole, ed invece dobbiamo purtroppo registrare il
basso livello del dibattito: da una parte proteste clamorose con tanto di digiuno forzato, senza
avanzare alternative credibili che tenessero conto dei parametri imposti dalla normativa; dall’altra
una chiusura totale, soprattutto da parte del Presidente Marsilio, con toni anche vagamente
“infantili”, che non ha nemmeno fornito una spiegazione adeguata delle scelte fatte. Ne è uscito
un documento che rimanda al 2023 (Ormai siamo rassegnati alla Regione del “rimando”, vedi
vicenda “Nuova Pescara”) una revisione della Carta. Sullo sfondo un senso di assoluta
insoddisfazione soprattutto per le imprese di quei Comuni esclusi, che almeno per due anni non
potranno beneficiare di opportunità fondamentali per il sostegno e lo sviluppo economico di zone
svantaggiate, con la possibilità di recuperare il ritardo accumulato ed aggravato dalla pandemia.
Secondo Abruzzo in Azione più che agire a macchia di leopardo, la Carta avrebbe dovuto tenere
conto delle reali necessità, territorio per territorio, con analisi oggettive e soprattutto con una
visione strategica che possa rendere l’Abruzzo attraente e competitivo rispetto ad altri territori”.
“Come al solito c’è stato un approccio superficiale”, conclude.