L’Aquila. Carenza di sangue in Abruzzo. L’allarme è del direttore del Centro regionale sangue della Regione Abruzzo Pasquale Colamartino. La situazione più complessa, secondo Colamartino, si registra in provincia di Chieti “dove – afferma – è più difficile garantire l’equilibrio tra produzione e consumi”. “Nell’Asl Lanciano-Vasto-Chieti – spiega – lo squilibrio è causato dagli elevati consumi del Policlinico S. Annunziata di Chieti e della complessità della rete ospedaliera aziendale. In Abruzzo il numero complessivo dei donatori periodici al 31 dicembre 2016 è stato di 31.738, con una diminuzione rispetto al 2015 di 1.242 donatori, pari al 4% del totale. Il calo si è evidenziato soprattutto nella fascia di età compresa tra i 18 ed i 45 anni.
Le conseguenze di questo trend negativo si sono avvertite a partire dal primo semestre del 2017, periodo in cui sono state prodotte a livello regionale 26.182 unità di emazie a fronte di un fabbisogno di 28.325 unità, a cui si è comunque potuto fare fronte attraverso l’importazione di circa 2.000 unità di emazie da altre regioni”. “Non è semplice spiegare le ragioni del calo delle donazioni che sta avvenendo nella Regione Abruzzo – aggiunge Colamartino – così come nella maggioranza delle regioni italiane, con effetti preoccupanti sulla tenuta del sistema trasfusionale e sulla garanzia dei livelli di assistenza in medicina trasfusionale. Sicuramente una delle principali cause è quella della riduzione progressiva del numero dei donatori periodici”. Colamartino spiega come ciò stia avvenendo a causa “della progressiva riduzione del ricambio generazionale della popolazione dei donatori periodici; dell’adozione di misure più restrittive per la selezione dei candidati donatori, della diffusione sul territorio nazionale di nuovi agenti infettivi trasmissibili attraverso la trasfusione di sangue conseguenti alla mobilità dei cittadini ed ai cambiamenti climatici”.