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Cani uccisi a fucilate, l’Abruzzo condannato con durezza: sono barbare esecuzioni

Redazione Centrale di Redazione Centrale
18 Dicembre 2014
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L’Aquila. La Lega Nazionale per la Difesa del Cane condanna con durezza le barbare esecuzioni perpetrate a fucilate da ignoti nei confronti di quattro poveri cani, avvenute nelle province di L’Aquila e Teramo nel giro di poco piu’ di 24 ore. Tre delle vittime, una mamma con i suoi due cuccioli, soimageno state ritrovate in una discarica abusiva di Capistrello in localita’ Piani Palentini. I corpi degli animali sono stati trasferiti all’Istituto Zooprofilattico di Avezzano per gli esami autoptici che si spera – si legge in una nota della Lega – risultino di supporto alle indagini in corso da parte del Corpo forestale dello Stato. Ancor piu’ inquietante la vicenda riguardante il Border Collie ucciso a Castelli (Teramo) frazione Villa Rossi, il cui proprietario gestisce con il Parco nazionale del Gran Sasso un chiusino di cattura dei cinghiali. Il cane e’ stato ritrovato appeso a un cancello, il che fa pensare a un gesto intimidatorio nei confronti di un’attivita’ che ostacola il bracconaggio e suggerisce come maggiori indiziati dell’atto criminoso i cacciatori di frodo. Atti criminosi, in nessun altro modo possono infatti essere definiti quelli citati – rileva la Lega per la difesa del cane – laddove spietatezza e indole malavitosa sono un binomio pressoche’ indissolubile e collaudato in Abruzzo con maggior riguardo alla provincia aquilana. Considerando che il bracconaggio in Italia e’ praticato per l’81 per cento da cacciatori muniti di regolare licenza (fonte Cabs – Committe Against Bird Slaughter), non si puo’ non arrivare alla conclusione che colui che pratica attivita’ venatorie e’, non di rado, un soggetto socialmente pericoloso al quale e’ stata data la possibilita’ di detenere e di usare un’arma. Un’ulteriore dimostrazione di questa tesi arriva dalle uccisioni indiscriminate che periodicamente vengono commesse nei confronti di specie protette anche da leggi internazionali quali i lupi e orsi, azioni per le quali molto di rado si riesce a risalire ai responsabili. Preso atto che la provincia aquilana e’ soggetta e non da oggi a infiltrazioni delinquenziali di ogni genere, la Lega Nazionale per la Difesa del Cane sollecita un maggior rigore nel controllo del territorio da parte degli organi di vigilanza; territorio che sembra ormai sfuggito al controllo dello Stato nonostante le dichiarazioni dell’ex prefetto di L’Aquila Iurato il quale, lasciando il suo incarico nel 2012, affermava incredibilmente che la criminalita’ non era in aumento. Mentre anche queste recentissimi uccisioni di innocenti animali sembra testimoniare il contrario.

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