L’Aquila. Nonostante il terremoto non abbia colpito direttamente le zone vocate alla viticoltura, e non vi siano dunque danni diretti alle cantine, il settore del vino in Abruzzo è entrato in crisi. Nessuno viene più ad acquistare vino direttamente dai produttori abruzzesi per la paura del terremoto. Si tratta dunque di un danno indiretto causato dal sisma legato alla mancanza di turisti che negli anni scorsi frequentavano, visitavano e acquistavano vino nelle varie cantine della regione. Ma il problema è più ampio e riguarda anche Marche e Umbria, ovvero le regione terremotate del Centro Italia.
La tradizione vitivinicola in Abruzzo è molto radicata e la regione produce delle ottime etichette conosciute in Italia e nel mondo: Montepulciano, Pecorino, Trebbiano e Cerasuolo.
L’Abruzzo, tranne una presenza invernale legata allo sci, in evidente calo nella stagione appena trascorsa, conosce tradizionalmente un turismo primaverile ed estivo. Saranno le vacanze di Pasqua il primo significativo test sulla “tenuta” del turismo. Il crollo delle vendite di vino in cantina, in queste tre regioni, rappresenta un serio danno ad un settore in grado di trainarne da solo l’economia. “Quindi che fare? Una sola cosa ci sentiamo fortemente di suggerire: vista la situazione, comprate i vini di queste tre regioni nei luoghi dove abitate!” suggerisce Fabio Giavedoni in un articolo apparso su Slowine. “Se non volete – ed è assolutamente comprensibile – andare più a visitare e a comprare il vino in questi territori “sismici” cercate almeno di sostenere i contadini e i vignaioli di queste zone bevendo il loro vino nelle vostre città: non è difficile trovarlo, e uno sforzo in questo senso – per sostenere chi è in effettiva difficoltà – andrebbe sicuramente fatto. Se lo meritano”.