Chieti. Prima scherzi, insulti sul diario e minacce, anche via WhatsApp, veri e propri atti di bullismo dai quali si è passati in breve tempo a schiaffi, pugni e calci. Ad accanirsi su un loro compagno di classe quindicenne due studenti di un istituto superiore della provincia di Chieti per i quali il Gip del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila ha deciso la misura cautelare della permanenza in casa, con conseguente divieto di uso di telefono e social. Le accuse per i due minorenni: atti persecutori, violenza aggravata e continuata in
concorso e lesioni aggravate. Tutto accade nei primi mesi dell’anno scolastico, tra ottobre e novembre 2017. La madre del ragazzo si accorge, dall’ atteggiamento del figlio, che qualcosa non va e, dopo aver notato il corpo del giovane pieno di lividi riesce a farsi raccontare tutto.
Lo accompagna quindi in ospedale dove i medici diagnosticano una distorsione del rachide cervicale, la contusione di una costola ed ecchimosi da aggressione: sette i giorni di prognosi. A quel punto la famiglia si rivolge ai Carabinieri e ritira il ragazzo dalla scuola dove beneficia del sostegno. Dopo aver raccolto testimonianze e chiesto la collaborazione dell’istituto scolastico, i Carabinieri sono riusciti a ricostruire i fatti, per poi denunciare i due quindicenni richiedendo all’autorità giudiziaria minorile adeguate misure cautelari. Durante le indagini nei confronti degli aggressori la scuola ha comunque adottato provvedimenti disciplinari avviando anche un percorso di recupero assistito dei due ragazzi.