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Bracconiere fermato e denunciato dai Carabinieri nel Parco Nazionale d’Abruzzo

Francesca Salvati di Francesca Salvati
22 Ottobre 2020
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Castel di Sangro. Sorpreso a caccia in area protetta, nella Foresta Demaniale Regionale “Chiarano- Sparvera” e nel Sito di Interesse Comunitario “Parco Nazionale d’Abruzzo” Castel di Sangro, 22 ottobre 2020 – Stamattina, nella Foresta Demaniale Regionale “Chiarano- Sparvera”, i Carabinieri del Reparto Biodiversità di Castel di Sangro hanno fermato un bracconiere, armato di fucile ed intento ad esercitare attività venatoria in zona particolarmente protetta, in quanto Sito di Interesse Comunitario (IT7110205 “Parco Nazionale d’Abruzzo”), Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ed area di presenza dell’orso bruno
marsicano (Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso bruno Marsicano P.A.T.O.M.).

Il bracconiere è stato denunciato e deferito all’Autorità Giudiziaria per aver esercitato attività venatoria in area
vietata e protetta a livello europeo, nonché per aver contribuito a deteriorare habitat di interesse dell’Unione Europea ed aver messo in pericolo lo stato dell’ecosistema, della biodiversità, della flora e della fauna di un’area della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea. Rischia fino a sei anni di arresto/reclusione e fino a 100.000 Euro di ammenda.

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L’attività venatoria illegale è stata posta in essere in un’area protetta a livello europeo e danneggiando lo stato di habitat la cui conservazione è definita “prioritaria” dalla Direttiva Habitat (n. 6210* Praterie aride e n. 9210* Faggete appenniniche con tasso e agrifoglio), ove sono presenti specie strettamente tutelate a livello europeo e nazionale come l’orso bruno marsicano e il lupo appenninico. In particolare, l’area si trova nell’areale di presenza dell’orso bruno marsicano, specie fortemente minacciata e protetta anche a livello europeo dalla Direttiva Habitat, che conta un totale di appena poche decine di individui: in questo contesto, le popolazioni del Massiccio del Monte Greco sono tra quelle più importanti dell’intero areale di diffusione della specie, in quanto ne costituiscono una delle principali direttrici di espansione verso la Majella e il Molise.

Una delle principali minacce alla conservazione della specie è considerata proprio la pressione venatoria.
Infatti, in base al recente Giudizio del Comitato Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale relativo alla Valutazione di Incidenza Ambientale del Calendario Venatorio 2020-2021 della Regione Abruzzo, le attività venatorie nelle aree della Rete Natura 2000 ove è presente l’orso possono essere consentite soltanto con modalità particolari.

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