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Boom di nascite al Parco Nazionale d’Abruzzo per il Camoscio appenninico

Redazione Abruzzo di Redazione Abruzzo
20 Agosto 2014
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Civitella Alfedena. Arriva la cicogna al parco nazionale d’Abruzzo. Questa la positiva notizia che arriva dal conteggio in simultanea realizzato dall’Ente Parco nell’ambito del progetto Life Coornata finanziato dalla Comunità Europea per la salvaguardia di questa specie. I conteggi in simultanea nel Parco vengono effettuati con la stessa metodologia dal 1993 e sono  organizzati ogni anno, sia a luglio che a ottobre, con lo scopo di stimare la popolazione ed il successo riproduttivo attraverso la conta dei capretti ed il tasso di sopravvivenza al primo anno. Le operazioni di conta, coordinate dal Servizio Scientifico del Parco si sono svolte il 29 ed il 30 luglio lungo 27 circuiti prestabiliti e hanno visto la collaborazione di tecnici, Guardie del Parco, Agenti del CTA del CFS, la Riserva delle camoscioGole del Sagittario e numerosi volontari per un totale di 60 operatori. Analizzando i dati degli avvistamenti riportati da tutte le squadre impegnate, e dunque al netto dei doppi conteggi, il numero minimo certo di camosci osservati è risultato pari a 497 individui, dei quali 141 sono i nuovi nati (kid) e 57 sono giovani di un anno (yearling). Rispetto alle conte estive del 2013, quando furono contati 392 individui, i dati di quest’anno fanno ben sperare. In particolare è  stato registrato un tasso di sopravvivenza al primo anno del 50%, un valore decisamente in linea con quanto noto per altri ungulati di montagna. Il boom di nascite si è registrato in tutti i branchi avvistati, con la Meta ed i Tartari che, attualmente, restano le aree più rappresentative per il Camoscio. Altra notizia di rilievo  è la presenza di oltre 80 camosci nel comprensorio del Marsicano, frutto di una operazione di liberazione di alcuni soggetti,  avvenuta oltre 10 anni fa.

Sebbene il Camoscio appenninico  oggi sia presente anche  in altre quattro aree protette, l’area del Parco resta la più importante in quanto ospita  la popolazione relitta di questa specie e dalla quale hanno preso il via le altre colonie.

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“La notizia è confortante, secondo il Presidente del Parco Antonio Carrara, in quanto, a fronte di alcuni elementi di criticità del Camoscio in Val di Rose, si riscontra un aumento in altre aree, in particolare una grande espansione numerica nel Monte Marsicano, fino a pochi anni fa imprevedibile”.

Proprio per l’importanza storica e conservazionistica del Camoscio, l’Ente Parco, già impegnato nella sua tutela dalla sua istituzione nel 1923,  ha predisposto, nell’ambito di del Progetto LIFE Coornata, uno specifico Piano di Gestione che si pone come obiettivo principale il miglioramento dello status di  conservazione e tutela del Camoscio appenninico nel Parco.

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