Pescara. Dopo il sostanziale fallimento dell’incontro tra i ministri degli Esteri di Mosca e di Kiev ieri in Turchia, si chiudono gli spiragli di una tregua. Tv e media ucraini riferiscono di esplosioni a Lutsk, nord-ovest del Paese, così come a Dnipro, città dell’ entroterra sul fiume Dnepr, nella parte centroorientale. A Lutsk le esplosioni sono avvenute vicino all’ aeroporto, il sindaco ha invitato i cittadini a mettersi al riparo.
A Dnipro, i media parlano di tre esplosioni, di cui una avrebbe colpito una fabbrica di scarpe. Le altre due vicino ad un asilo nido e ad un condominio, secondo i rapporti diffusi dalla Bbc. Una persona è rimasta uccisa. Missili e cannonate segnalati anche a Ivano-Frankivsk, nel sud-ovest, un centinaio di chilometri a sud di Leopoli. Da Mosca arriva la conferma, si tratta di bombardamenti di lungo raggio ed alta precisione contro altrettanti piccoli aeroporti.
Su un altro fronte, invece, le autorità ucraine hanno denunciato che un raid russo ha colpito l’istituto di fisica e tecnologia di Kharkiv, sede di un reattore nucleare sperimentale, mentre continua l’avvicinamento verso Kiev: la Difesa americana registra un ulteriore progresso dei militari di circa 5 chilometri, e le immagini satellitari mostrano che il convoglio di mezzi lungo 60 chilometri che si muoveva verso la capitale si è ridistribuito in aree circostanti.
Resta intanto il dramma delle città assediate, a Mariupol il vicesindaco ha riferito che oltre 1.200 corpi sono stati rimossi dalle strade e si è iniziato a seppellirli nelle fosse comuni.
Da Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato i russi di aver sferrato un attacco sul corridoio umanitario della città del sud. E il ministero della Difesa ucraino – scrive la Bbc, aggiungendo di non avere modo di verificare l’affermazione – afferma di avere notizia che i russi starebbero obbligando prigionieri di guerra a combattere per loro nella regione russa di confine a Rostov, e che ci sono segnalazioni di civili rapinati e perfino assassinati dalle forze armate russe, in violazione di qualsiasi legge internazionale.
Da Mosca invece arriva l’accusa agli Stati Uniti di svolgere “attività biologiche militari in Ucraina”, con la richiesta di convocare oggi la riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Zelensky replica negando che nel suo Paese si fabbrichino armi chimiche e dicendosi preoccupato che si tratti di un pretesto per condurre attacchi con armi proibite: “Se vuoi conoscere i piani della Russia, guarda cosa la Russia accusa gli altri di pianificare”, dice.
Sul fronte economico, l’Occidente punta ad isolare sempre di più la Russia, con gli Usa capofila, che vogliono togliere tutti i privilegi commerciali a Mosca. Lo riporta Bloomberg citando alcune fonti. L’annuncio della revoca arriverà insieme al G7 e ai leader dell’Ue. E consentirà agli Usa di imporre dazi più alti rispetto agli altri membri Wto. Via libera del Senato americano, intanto, allo stanziamento di 13,6 miliardi di dollari per l’Ucraina.
Pronti a nuove sanzioni anche i leader europei riuniti a Versailles: hanno chiesto alla Russia di fermare le operazioni militari, garantire gli accessi umanitari e la sicurezza delle centrali nucleari. Più interlocutoria, invece, la posizione sulla richiesta di adesione alla Ue presentata da Kiev. Boccia invece le sanzioni Pechino, secondo cui sono un “danno per la ripresa mondiale”. Intanto resta l’allarme internazionale per lo stato delle centrali nucleari. L’Aiea ha annunciato ispezioni, dopo che Kiev ha fatto sapere di aver perso le comunicazioni con Chernobyl. L’agenzia internazionale per l’energia atomica non è ancora stata in grado di confermare i rapporti secondo cui le linee elettriche della centrale sarebbero state riparate, il giorno dopo la perdita degli alimentatori esterni.