
Lo dichiara il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, all’indomani della consegna al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’appello sul rischio paralisi dei processi di rinascita post sisma a causa dell’esaurimento delle risorse a disposizione. Un documento condiviso anche dai sindaci degli altri 56 Comuni del cratere, dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e dai presidenti delle province dell’Aquila, Teramo e Pescara, rispettivamente Angelo Caruso, Diego Di Bonaventura e Antonio Zaffiri.
“Dichiarazioni gravi, quelle del consigliere, che mi piacerebbe fossero fatte al cospetto, per esempio, delle istituzioni culturali che dal prossimo anno non riceveranno più i contributi straordinari legati alle problematiche scaturite dagli eventi sismici, oppure a Università, Gssi e Laboratori Infn che non avranno più a disposizione fondi per ricerca e innovazione e alle Pmi che non potranno più fruire di programmi per l’accesso al credito“.
“È stato detto che dei 5 miliardi stanziati nel 2015 dal governo Renzi vi è una disponibilità residua di 1,3 miliardi, ma quando si parla di numeri bisognerebbe avere almeno la consapevolezza di ciò che si sta dicendo. – sottolinea il sindaco – La possibilità di spendere risorse è preordinata alla loro programmazione”.
“Nel 2019 sono stati assegnati 751 milioni per la ricostruzione privata dell’Aquila e dei centri dentro e fuori il cratere. L’attribuzione per quest’anno sarà pari a quella somma, se non superiore”.
“La previsione di spesa per la ricostruzione pubblica, come ho denunciato a più riprese, non viene effettuata da due anni perché per tutto il 2018 e buona parte del 2019, la Struttura di missione si è girata i pollici e in poco tempo è stata coordinata da tre persone diverse. L’ultima volta che si è riunito sull’Aquila, però, il Cipe ha deliberato 52 milioni per le sedi istituzionali, 49 milioni per i beni culturali, 24 milioni per le università e 30 milioni per le scuole. A queste somme vanno aggiunti i 20 milioni di euro annui per l’assistenza tecnica, i 10 milioni per il riequlibrio del bilancio comunale dell’Aquila e i 2 per quelli dei Comuni del cratere”.
“Con la medesima assegnazione per il 2020, i residui al 2021 saranno di 300 milioni, mentre il fabbisogno complessivo, nel prossimo quinquennio, per chiudere la ricostruzione è di 4 miliardi così come stimato da Usra e Usrc che sono emanazioni del governo centrale”.
“Senza uno stanziamento che consenta di programmare interventi a partire dal prossimo anno ci sarà il blocco della ricostruzione. Chiediamo che i fondi necessari vengano concessi e spalmati su cinque annualità, così come accaduto in passato, per poter affrontare con fiducia e serenità il percorso virtuoso che stiamo portando avanti”.
“Questo è il quadro, reale, della situazione. Sostenere una tesi diversa significa voler condannare L’Aquila e il cratere a una incertezza già vissuta, a una sofferenza che non meritano dopo quelle già patite a causa di un terremoto che costerà agli italiani la metà di quello dell’Irpinia che, a costi attualizzati, è stato pari 47,5 miliardi”.