L’Aquila. “Nel corso del Consiglio Regionale del 5 aprile scorso è stata approvata la legge regionale sulle aree protette regionali, che consente attività cinofile e cinotecniche all’interno delle aree protette regionali (Parco Sirente Velino e Riserve naturali). Si tratta di una modifica, inserita in un testo nato originariamente per la modifica di altra norma, di cui non si capisce l’origine e la logica. Approvata alla chetichella, in fretta e furia, dal Consiglio regionale, attraverso un emendamento stranamente e insolitamente votato all’uninanimità, con un modo di fare che stride fortemente con la lentezza con la quale procedono alter proposte di legge, come quella per l’approvazione dei Piani di gestione dei SIC (Siti di importanza comunitaria), che ben altra urgenza avrebbero, vista la procedura d’infrazione aperta dall’Unione Europea sulla mancata trasformazione dei SIC in ZSC (Zone speciali di conservazione)”. Ad affermarlo è Antonio Carrara, coordinatore di Federparchi Abruzzo. “In pratica con la nuova norma approvata sarà possibile svolgere attività di addestramento e allenamento di cani, nonché lo svolgimento di gare cinofile, sul tutto il territorio del Parco Regionale Velino Sirente e delle Riserve regionali durante tutto l’anno. Si tratta di un provvedimento grave che non ha precedenti in alcuna regione italiana, che di fatto annulla la possibilità di una conservazione attenta delle specie faunistiche, alcune di importanza prioritaria, presenti nelle aree protette abruzzesi. Stiamo parlando di animali protetti da norme internazionali che vanno dal camoscio, all’orso al lupo solo per parlare di quelle più rappresentative. La norma è in palese contrasto con la legge quadro sulle aree protette (legge 394/91), con la legge n. 157/92 sull’attività venatoria e con la stessa legge regionale 38 che è stata modificata. Nel caso del Parco regionale, che è classificato come Zona di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi della direttiva uccelli dell’Unione Europea, è in contrasto anche con la delibera 451/2009 della giunta regionale che ha approvato le misure minime di conservazione delle ZPS.” continua “E’ evidente che si tratta di una norma palesemente illegale e priva di qualsiasi logica. Voglio sperare che la Regione Abruzzo non voglia celebrare I 20 anni delle legge quadro sulle aree protette, che si proponeva di realizzare sull’Appennino il Parco d’Europa, decretandone la sua fine e la fine delle sue aree protette.Per questo, come coordinamento regionale di Federparchi, chiedo che la Regione Abruzzo e il suo Consiglio regionale tornino sui propri passi abrogando al più presto una norma, che rischia di fare più danni dello stesso prelievo venatorio.”