Bruxelles. Attacco terroristico al cuore pulsante dell’Europa. Sono momenti drammatici quelli che sta vivendo la capitale belga e anche i numerosi abruzzesi che vivono o che si trovano a Bruxelles per lavoro e che cercano di mettersi in contatto con i parenti. “Sto bene e sono al sicuro in ufficio”, ha scritto su Facebook Claudio Vernarelli, ex studente dell’università dell’Aquila, “ringrazio tutti quelli che mi stanno contattando, il vostro pensiero è un modo per farmi sentire meglio”. Questa mattina Bruxelles è stata colpita da violente esplosioni. Le prime due nell’area imbarchi per gli Usa dell’aeroporto e poco dopo una terza esplosione nella fermata della metropolitana di Maalbek, a pochi passi dalla sede della Commissione europea. Secondo fonti, ci sarebbe stata anche un’altra esplosione alla fermata Schumann. L’attacco all’aeroporto è avvenuto ai banchi accettazione dell’ American Airlines, con la hall delle partenze completamente devastata. Scene di panico fra i passeggeri, che subito sono stati evacuati dallo scalo, che è stato chiuso. Testimoni riferiscono di migliaia di persone che per ragioni di sicurezza sono state fatte evacuare sulla pista, dove si trovano tuttora per capire che cosa fare. Altri raccontano inoltre di aver sentito degli spari prima delle esplosioni e di aver udito delle grida in arabo. Secondo i media belgi, all’interno dello scalo è stata trovata anche una bomba inesplosa. E’ stato predisposto un piano di emergenza per deviare i voli su Charleroi, sono stati interrotti i collegamenti ferroviari da e per l’aeroporto. Secondo i media i morti sarebbero almeno 34. Il bilancio ufficiale provvisorio è di 30 morti e 230 feriti. Il governo belga ha subito convocato il consiglio di sicurezza ed è stato alzato al massimo livello previsto l’allarme in tutto il paese. Poco dopo, un’esplosione nella stazione della metropolitana di Maalbeek, a due passi dalla Commissione Ue: su twitter immagini di fumo sulla strada, mentre fonti all’ agenzia Belga riferiscono di un’altra esplosione nella stazione della metropolitana di Schumann, molto vicina a quella di Maelbeek. Città blindata, esercito in strada, traffico completamente paralizzato per permettere il passaggio delle ambulanze. La strage all’aeroporto nazionale sarebbe stata causata da un attacco suicida. Lo rende noto Vrt, un media belga. “Inorridisco guardando le immagini che provengono dal Belgio”, ha commentato il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, dopo il minuto di silenzio in consiglio regionale, “Bruxelles, la nostra Bruxelles, la città che più di tutte simboleggia l’unità dell’Europa e nella quale per tante volte ho rappresentato gli interessi dell’Abruzzo, è ferita da chi vuole macchiare di terrore le nostre vite. Non ci lasceremo condizionare: oggi esprimiamo il nostro lutto per le vittime e la nostra solidarietà al governo belga, ma già da domani si ricomincia a lavorare per un’Europa sempre più unita nella quale l’Abruzzo possa giocare un ruolo di primo piano”. Secondo quanto si apprende il Dipartimento di Pubblica sicurezza ha disposto un ulteriore rafforzamento dei dispositivi di controllo, già elevati, con particolare riferimento ai principali scali italiani. Disposto inoltre un coordinamento immediato con tutte le forze di sicurezza presenti negli aeroporti e uno scambio informativo con le direzioni aeroportuali e con le società che gestiscono gli scali. Nelle perquisizioni a Schaerbeek sono stati trovati un ordigno esplosivo con chiodi, prodotti chimici e una bandiera dell’Isis. Lo annuncia la procura belga citata dai media belgi. Perquisizioni sono in corso in tutto il Paese nell’ambito dell’inchiesta aperta dopo le stragi. Lo ha detto il procuratore federale nel corso di una breve conferenza stampa. Il procuratore ha detto che non saranno rivelati dettagli delle operazioni in corso al fine di non pregiudicarne l’esito. Sarà “una lotta senza quartiere e senza confini” quella che il Belgio e i suoi alleati condurranno contro gli autori degli attentati che hanno colpito oggi Bruxelles. Lo ha detto il premier belga Charles Michel. Il re Filippo del Belgio si è rivolto alla nazione per pochi minuti in diretta tv definendo “vili e odiosi” gli attentati di stamani a Bruxelles. “Di fronte a questa minaccia continueremo a rispondere insieme con fermezza, calma e dignità. Manteniamo la fiducia in noi stessi, questa fiducia è la nostra forza”, ha detto il sovrano. Sarebbe stato il recente arresto di Salah Abdeslam, primula rossa degli attentati del 13 novembre scorso a Parigi, a portare Bruxelles nel mirino dell’Isis: ne sono convinti gli 007 iracheni. “Due dei tre attentatori all’aeroporto di Bruxelles presumibilmente si sono fatti esplodere, il terzo è ricercato”. Lo ha detto il procuratore federale belga Frederic Van Leuw riferendosi ai tre presunti attentatori dell’aeroporto di Zaventem. I kamikaze dovrebbero essere gli uomini che indossano un guanto nero, mentre l’attentatore in fuga indossa una giacca color crema e un cappello. Gli ordigni probabilmente, secondo fonti mediche, contenevano chiodi per aumentarne la capacità di offendere. Trovati anche un kalashnikov ed una terza bomba che gli artificieri hanno fatto brillare mentre la polizia proseguiva le ricerche di altri terroristi o fiancheggiatori all’interno della struttura. Altri esplosivi sono stati trovati in serata dalle forze dell’ordine nell’aeroporto di Zaventem. Lo riferiscono i media belgi citando fonti di polizia.Il Califfato ha rivendicato gli attentati attribuendoli a una ‘cellula segreta’ e minacciando altre operazioni in Europa’: ‘quello che vi aspetta sarà più duro e amaro’. Il Site ne ha confermato l’autenticità spiegando che il Belgio è stato colpito ‘per la sua partecipazione alla coalizione internazionale’ contro lo Stato islamico. Fonti dell’intelligence irachena sostengono inoltre che gli attacchi ‘sono stati pianificati due mesi fa a Raqqa, in Siria’ e che in un primo momento Bruxelles non era fra gli obiettivi indicati, ma è diventata il primo bersaglio scelto ‘a causa dell’arresto di Salah Abdeslam’. Ci sarebbero anche ‘altri tre attentatori suicidi’ pronti ad agire e che ‘compiranno un altro attacco’, senza precisare gli obiettivi.