L’Aquila. Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli dice la sua riguardo le vaccinazioni AstraZeneca e una possibile correlazione fra inoculazione e successivo decesso dei soggetti vaccinati. “Oggi – afferma Anelli – “in assenza di una norma, in un momento straordinario dove abbiamo una malattia che è comparsa per la prima volta sulla faccia della terra non abbiamo una terapia risolutiva; abbiamo vaccini e in una campagna di vaccinazione di massa sicuramente può avvenire qualche problema. I rischi di fronte a grandissimi numeri sono sempre possibili ma penso che il Parlamento a questo punto, e lo avevamo già chiesto nella prima fase, debba pensare, seriamente a un intervento legislativo che doni un po’ di tranquillità e serenità alla professione”.
Filippo Anelli prosegue affermando: “Questo è il nostro appello perché questa disponibilità non si trasformi in un boomerang, dove i medici saranno poi costretti a nominare avvocati e ad andare davanti al giudice. Questo non favorisce sicuramente una serenità da parte degli operatori”. Ma il presidente Fnomceo sottolinea che “Naturalmente non significa togliere nulla ai cittadini ma soltanto far lavorare i professionisti in maniera serena. C’erano già delle ipotesi legislative che erano state avanzate nella fase finale della prima ondata che possono essere riprese senza lo sconvolgimento dei nostri principi democratici ma in grado di consentire in una fase emergenziale di dare la possibilità al medico di potersi esimere dai problemi di carattere colposo, salvaguardando le attività che vengono svolte. Nessun medico vuole creare problemi in questo momento ai cittadini. I problemi sono intrinseci in una gestione oggettivamente complessa e assolutamente nuova”.
Inoltre il presidente e medico Filippo Anelli evidenzia come molti medici siano spaventati in seguito a quanto accaduto in Sicilia: “Molti colleghi sono spaventati da quello che è successo in Sicilia. La magistratura fa il suo doveroso lavoro e sono atti dovuti ma serve mettere in serenità gli operatori e pensare a una sorta di scudo penale, un intervento legislativo idoneo, senza sconvolgere i nostri principi democratici, per dare in un questa fase emergenziale la possibilità al medico di potersi esimere dai problemi di carattere colposo”.