Chieti. “Resta alla Provincia di Chieti il complesso immobiliare Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro che ospita immobili con destinazioni differenti, ma strettamente funzionali all’attività di ricerca, e
che è stato oggetto di procedura di evidenza pubblica tramite avviso per la vendita di beni del patrimonio immobiliare disponibile dell’ente. Il bando, che ha avuto un’unica offerta da parte dell’Associazione Amil Lazio, non è stato aggiudicato perché l’assegno è risultato impagato”. Lo ha reso noto il presidente della Provincia di Chieti Mario Pupillo.
Il 2 settembre il dirigente del servizio Patrimonio Immobiliare, Giancarlo Moca, ha firmato la determinazione con cui dispone di non procedere all’aggiudicazione del Mario Negri Sud per la
mancata copertura degli oneri dovuti alla data di scadenza del 31 agosto 2020. Nello specifico “è risultato impagato l’assegno prodotto a favore del portatore, come da emissione da parte del tesoriere provinciale presso la Ubi Banca della copia conforme dell’assegno. La determina inoltre dispone inoltre che il Servizio Patrimonio Immobiliare provveda all’espletamento dei conseguenti adempimenti amministrativi di competenza e demandi all’ufficio legale della Provincia la verifica di eventuali profili legali e/o giudiziari legati all’impossibilità di incasso dell’assegno, anche in relazione al potenziale danno di immagine subìto dalla Provincia e alla potenziale violazione dei criteri di cui all’articolo 1 della L.241/1990”.
“Siamo tutti molto amareggiati per quanto accaduto”, commenta Pupillo. “Proviamo sconcerto per una situazione che di fatto pone molti dubbi sulla serietà delle intenzioni che a questo punto rimangono oscure e di difficile interpretazione. Ho dato mandato ai nostri avvocati di valutare eventuali profili legali. La Provincia comunque, fra pochi giorni, procederà a pubblicare un nuovo bando con le stesse modalità. Se dovesse andare deserto percorreremo altre modalità di valorizzazione perché è nostra intenzione restituire alla comunità questo complesso immobiliare che ha reso grande la ricerca in Abruzzo e in Italia”.