L’Aquila. Sbarca in Abruzzo la innovativa tecnica degli impianti zigomatici iuxta sinusali che ha completamente rivoluzionato il settore dell’implantologia dentale: si tratta della nuova frontiera dell’implantologia zigomatica che permette di intervenire in un solo giorno in assenza di osso mascellare e quindi su persone con difficoltà molto serie.
Il 22 e 23 novembre scorsi nel centro di implantologia dentale dell’Aquila sono stati eseguiti con successo i primi cinque interventi chirurgici nella regione su pazienti che sono tornati a casa nella stessa giornata. L’arrivo in terra abruzzese della innovativa metodologia è stato reso possibile grazie alla collaborazione di due eccellenze: la equipe diretta dal responsabile del Centro di implantologia, dottor Marco Parravano, e quella guidata dal dottor Francesco Grecchi, responsabile del reparto di chirurgia Maxillo-facciale dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano.
La struttura milanese, convenzionata con il sistema sanitario nazionale, è all’avanguardia nazionale e internazionale del settore. L’assenza totale di osso mascellare ha da sempre rappresentato un ostacolo notevole per la riabilitazione implantare. “Per i casi di estrema carenza ossea, ove impossibile, l’intervento d’elezione è stato finora la ricostruzione tramite innesto di osso autologo che prevede un percorso terapeutico molto lungo (più di un anno) fatto di ricoveri ospedalieri, lunghe degenze, anestesie, protesi mobile, rischio elevato di infezioni e complicanze, oltre che dolore e impatto psicologico non indifferenti” hanno spiegato Parravano e Grecchi “l’introduzione nella pratica odontoiatrica dell’impianto zigomatico prevede l’utilizzo di strutture scheletriche del cranio, diverse dalla consueta cresta mascellare dentale, come appoggi per l’applicazione e la stabilizzazione di impianti nell’osso zigomatico.
Questa tecnica ha scalzato in modo sorprendente la difficoltà al recupero della funzionalità della bocca, permettendo l’applicazione dei denti nell’arco della stessa giornata nonostante l’estrema carenza di osso mascellare”, hanno concluso i due professionisti.