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“Armiere” e pusher di una frangia del Clan dei casalesi, arrestato 28enne all’Aquila

Redazione Centrale di Redazione Centrale
19 Marzo 2015
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L’Aquila. Il suo ruolo era quello di custode. Custode del deposito di armi del clan, utilizzate per minacciare tutti quegli imprenditori e commercianti che non rispettavano il loro volere. I Carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa (Caserta) con i colleghi dell’Aquila, durante la notte hanno localizzato e tratto in arresto a Tornimparte T.S. 28enne originario di Teverola in provincia di Caserta, destinatario di un ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a seguito di indagini dirette dalla Direzione 35a8daad-d6b5-4bf4-a17d-3a87e201fc59_mediumDistrettuale Antimafia di Napoli a carico di un’associazione per delinquere di stampo camorristico imperante in Campania. Il gruppo criminale, appartenente alla fazione Schiavone del Clan dei Casalesi, tra i cui affiliati figura T.S., è risultato attivo nel traffico di sostanze stupefacenti, nonché nella gestione e del controllo del racket attraverso agguati di stampo camorristico con uso di armi da fuoco. Il ruolo contestato dalla Procura distrettuale napoletana a T.S è quello di essere il custode e armiere del gruppo di fuoco risultando incaricato del deposito di armi utilizzate per gli atti intimidatori in pregiudizio di imprenditori e commercianti, nonché di spacciare sostanze stupefacenti per conto dell’associazione criminale. All’uomo è contestata l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare il sodalizio camorristico denominato “clan dei casalesi” – fazione Schiavone che attraverso le proprie illecite attività crea una provvista per il pagamento degli stipendi agli affiliati e dunque assicura la sopravvivenza all’associazione medesima, agevolando il clan. L’associazione per delinquere camorristica, attiva, oltre che nel settore del racket, in quello del traffico di sostanze stupefacenti, utilizzava corrieri che consegnavano lo stupefacente in Italia e vedeva T.S. in seno all’organizzazione essere incaricato delle attività di stoccaggio, custodia e distribuzione dello stupefacente. Le indagini dei Carabinieri, avviate nel 2010 a seguito di un attentato intimidatorio all’abitazione dell’allora Sindaco di Teverola, hanno fatto anche luce sull’omicidio di un affiliato al clan da ricondursi a motivi di equilibrio interni al clan stesso. T.S. è stato individuato nell’aquilano, dove lavorava alle dipendenze di una ditta edile casertana impegnata nella ricostruzione post-sisma. Il giovane, al termine delle formalità di rito, è stato associato alla Casa Circondariale di L’Aquila a disposizione dell’Autorità Giudiziaria campana che ha emesso il provvedimento.

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