L’Aquila. Il crimine di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha mostrato al mondo gli effetti devastanti della guerra sulla popolazione civile ucraina, sulla libertà d’espressione in Russia e sulla stessa architettura internazionale dei diritti umani.
A distanza di poco più di un mese dall’inizio dei bombardamenti, il bilancio è disastroso: sono ormai quasi quattro milioni le persone fuggite dall’Ucraina, gli sfollati interni hanno superato i sei milioni e la brutale repressione delle autorità russe nei confronti di coloro che esprimono il loro dissenso riguardo alla guerra ha portato finora a oltre 14.000 arresti.
Dall’inizio dell’invasione, Amnesty International si sta battendo per l’istituzione e il pieno rispetto di corridoi umanitari sicuri per i civili; sta verificando e documentando crimini come gli attacchi indiscriminati contro la popolazione in Ucraina, i sospetti attacchi illegali che hanno distrutto o danneggiato infrastrutture civili, come ospedali e scuole, l’uso di armi vietate dalle convenzioni internazionali come le bombe a grappolo, allo scopo di favorire la giustizia internazionale e processare i responsabili. L’organizzazione sta inoltre monitorando e denunciando l’arresto dei dissidenti nelle piazze russe e la censura imposta dal Cremlino sui media e sull’opinione pubblica contraria alla guerra.
“L’invasione militare russa in Ucraina rappresenta un atto illegale che vìola palesemente il diritto internazionale e i diritti umani” – dichiara Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Fin dai primi giorni del conflitto, Amnesty International si è mobilitata per raccogliere prove che consentano di processare i responsabili di tali gravi crimini e garantire giustizia a coloro che ne sono stati vittime.
Sta inoltre portando avanti un importante lavoro di sensibilizzazione e pressione, a livello nazionale ed internazionale, per denunciare la campagna senza precedenti lanciata dalle autorità russe contro il giornalismo indipendente, il movimento contro la guerra e le voci dissidenti.
Abbiamo lanciato un appello mondiale al governo russo sollecitandolo a rispettare il diritto internazionale, a proteggere i civili e a fermare l’aggressione contro l’Ucraina. Da oltre 60 anni ci battiamo in difesa di chi non ha voce e non ci fermeremo finché nel mondo non sarà garantita giustizia per tutte e tutti. Oggi più che mai è necessario il sostegno di ogni singola persona e anche un piccolo gesto, come devolvere il proprio 5×1000 in difesa dei diritti umani, può fare una grande differenza”.
Scegliere di devolvere il 5×1000 ad Amnesty International significa sostenere, in modo concreto, l’intervento dell’organizzazione nei 71 paesi del mondo in cui opera. Tra le attività che il 5×1000 permette di sostenere, quella strategica di ricerca e validazione delle prove, tramite il lavoro del Crisis Evidence Lab, un team multidisciplinare che utilizza, da remoto, strumenti di indagine digitale all’avanguardia per verificare, documentare e segnalare tempestivamente le violazioni dei diritti umani (cfr. focus allegato).
L’organizzazione è impegnata anche in attività di pressione su governi, istituzioni e aziende affinché agiscano per promuovere e far rispettare i diritti umani; in campagne e azioni per diffondere la cultura dei diritti umani e favorire i necessari cambiamenti legislativi attraverso raccolta firme, mobilitazioni, eventi culturali e artistici ed educazione nelle scuole.
“Un cambiamento reale per un mondo più equo è possibile – ricorda Noury – ma per permettere ad Amnesty International di continuare a denunciare i fili spinati che in tanti luoghi del mondo soffocano le libertà e i diritti umani c’è bisogno dell’aiuto di tutte e tutti”.
Sono almeno 67 gli stati nel mondo che nel 2021 hanno introdotto nuove norme che hanno inciso negativamente sulla libertà d’espressione, di associazione e di manifestazione pacifica; sono 84 gli stati che continuano ad imprigionare arbitrariamente i difensori dei diritti umani; almeno 48 quelli che respingono migranti e rifugiati attraverso i confini o li rimpatriano illegalmente; e sono almeno 85 gli stati che ancora fanno uso eccessivo o non necessario della forza durante le manifestazioni. Per contrastare tutto questo e difendere i diritti umani laddove sono sistematicamente calpestati, dal 1961 Amnesty International dà voce a migliaia di persone che vedono minacciate o violate la propria dignità e libertà. Una battaglia pacifica ma determinata, che ha consentito all’organizzazione, in 61 anni, di salvare oltre 50.000 persone, tre vite al giorno.
Con la campagna #Amnestyisyou, l’organizzazione chiede di sostenere il suo impegno, in Ucraina e nel resto del mondo, perché i diritti umani sono un patrimonio di cui è fondamentale prendersi cura ogni giorno e tutelare la vita di chi li vede minacciati o calpestati è possibile ed è una responsabilità collettiva. Ognuna e ognuno di noi può fare la propria parte sostenendo la campagna 5×1000 di Amnesty International Italia attraverso un gesto semplice e gratuito, come apporre una firma sulla propria dichiarazione dei redditi, inserendo il codice fiscale 03 03 11 10 582.
Maggiori informazioni e approfondimenti su https://www.amnesty.it/sostienici/5×1000/