Amatrice. Con una fiaccolata culminata con 249 rintocchi di campana, il numero delle vittime di Amatrice e Accumuli, sono iniziate questa notte le celebrazioni ad un anno esatto dal sisma che ha devastato una buona parte dell’Italia centrale il 24 agosto del 2016. Preceduta da una lettura delle biografie delle vittime, colma di commozione, la fiaccolata ha costeggiato la zona rossa di Amatrice, muovendo da piazza Sagnotti al parco don Minozzi. Qui sono stati suonati i 249 rintocchi e si è tenuta una veglia di preghiera celebrata dal vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, con i familiari delle vittime. Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ha quindi scoperto un monumento eretto al parco don Minozzi in ricordo dei morti.
Il silenzio, la commozione e il ricordo di ognuna delle 249 anime svanite la notte del sisma che il 24 agosto di un anno
fa sconvolse il centro Italia. La gente di Amatrice le ha ricordate non solo leggendo i loro nomi ma anche le loro storie. Un lungo appello, durato quasi due ore e interrotto più volte dagli applausi e da momenti di profonda commozione. E da quel luogo, il campo sportivo a pochi metri dalla radura dove il 30 agosto dello scorso anno si celebrarono i funerali, è poi partita la fiaccolata. Un lungo corteo silenzioso che ha percorso le strade principali di Amatrice lambendo la zona rossa. In un solo punto la fiaccolata si è avvicinata alle macerie, in piazza Augusto Sagnotti, dove sorgevano le tre palazzine di edilizia popolare in cui la notte del sisma persero la vita 19 persone. A ricordarle c’erano altrettanti lumini, posti su ciò che rimane di quelle case venute giù in un attimo senza lasciare scampo a nessuna delle famiglie che vi abitavano. Alle 3.36, quando il corteo aveva ormai raggiunto il parco don Minozzi, 249 rintocchi di campana hanno ricordato chi da quella notte non c’è più. In loro memoria è stato eretto un monumento, scoperto dal sindaco Sergio Pirozzi, che raffigura l’antica moneta ‘Fidelis Amatrix’. Lo ha realizzato lo scultore Marino Di Prospero scolpendo un blocco di travertino bianco proveniente da una cava di Acquasanta Terme. La moneta ‘Fidelis Amatrix’ nel 1486 fu concessa in diritto alla città di Amatrice da Ferdinando D’Aragona per la fedeltà dimostratagli nella lotta contro gli Angioini. Oggi, giornata di lutto
cittadino ad Amatrice, alle 11 il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, celebrerà la messa a cui parteciperanno anche il premier Paolo Gentiloni e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
Veglia di preghiera, già ieri sera, anche a Pescara del Tronto dove un corteo silenzioso di persone che si erano date appuntamento a Trisungo ha ricordato le 48 vittime del territorio di Arquata. ”Per desiderio delle famiglie – ha spiegato il vescovo mons. Giovanni D’Ercole – questa è la notte del silenzio, dell’intimità, della memoria e della preghiera. È una notte per riflettere: domani sarà il giorno per progettare il futuro di questo territorio facendo tesoro degli errori del passato”. ”Sosteniamo familiari e superstiti e ringraziamo tutti coloro che si sono adoperati in questo anno” ha aggiunto. Il luogo scelto per la cerimonia è il parco dove i bambini di Pescara del Tronto giocavano, trasformato in obitorio a cielo aperto nelle prime terribili ore dopo il sisma. Accanto al vescovo il parroco di Arquata, don Nazzareno. Anche qui la straziante lettura dei nomi delle vittime, accompagnata dai rintocchi della campana della vecchia chiesa. Ad Accumoli, l’epicentro del sisma, è prevista per le 16 una funzione eucaristica in ricordo delle vittime. Ad Arquata del Tronto, l’altro comune colpito dal terremoto, ci sarà una messa a cui parteciperanno anche la presidente della Camera, Laura Boldrini e il ministro dell’Interno Marco Minniti. La celebrazione, presieduta dal vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Giovanni D’Ercole, si terrà alle 16.30 nella nuova chiesa di Pescara del Tronto e verrà trasmessa in diretta da Radio Maria. Sarà poi seguita da una visita nei cimiteri di Capodacqua, Pescara del Tronto e Borgo, dove sono sepolte le vittime del terremoto.