Sulmona. Braccio di ferro tra azienda e sindacati e poi lo sciopero. I lavoratori della Magneti Marelli hanno deciso di incrociare le braccia “per l’atteggiamento poco chiaro dell’azienda”. Sul tavolo della discussione c’era l’organizzazione della turnazione e quindi la qualità lavorativa dei dipendenti. Gli accordi presi non vengono mantenuti e alla fine la Fiom-Cgil non accetta le condizioni dell’azienda e lascia il tavolo avviando lo sciopero. “Permettetemi una riflessione: in questi giorni abbiamo provato con tutte le forze a modificare la situazione dei lavoratori della Sistemi Sospensioni di Sulmona”, ha commentato Alfredo Fegatelli, segretario della Fiom-Cgil, in un lungo post su Facebook, “abbiamo ingoiato rospi per provare ad incidere sia sui carichi di lavoro sia sulla turnazione. Oggi, proprio oggi, il sottoscritto ha dialogato telefonicamente e via email con il responsabile nazionale delle relazioni industriali della Magneti Marelli. È stato concordato un testo che doveva vedere la firma di Fiom Uilm e Uglm. Inoltre doveva esserci consegnata la turnazione in formato leggibile. Fino alle 16.00 il dialogo è andato avanti ma ogni volta che chiedevo la turnazione chiara e leggibile non ricevevo risposte. Questa sera alle 19 siamo andati all’incontro e, sospettosi per l’atteggiamento poco chiaro dell’azienda, abbiamo deciso di prepararci anche per lo sciopero.
All’incontro l’azienda non mantiene l’impegno assunto precedentemente e ci fa trovare la Fim-Cisl con quattro testi separati e con una turnazione che non risolve le problematiche dei lavoratori anzi rischia di essere farraginosa e complicata nella gestione dei riposi. Nonostante le nostre proposte di una gestione diversa dei riposi. L’azienda ha recepito solo una modifica molto parziale che ha portato durante l’1-3 i giorni di lavoro consecutivi da 7 a 6. Ma per noi non è sufficiente visto che la turnazione rischia di vedete i lavoratori più stressati e soprattutto più disorganizzati. Ancora una volta l’azienda si è dimostrata inaffidabile, facendosi forza anche della posizione della Fim-Cisl. Noi possiamo anche essere presi in giro ma non possiamo permettere a nessuno che vengano presi in giro i lavoratori che tutti i giorni si rompono il culo a causa di una disorganizzazione aziendale più volte denunciata”.