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Al via i saldi invernali: comincia la caccia ai capi scontati, ma come evitare truffe?

Redazione Centrale di Redazione Centrale
5 Gennaio 2016
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L’Aquila. Al via i saldi invernali, dopo Basilicata, Campania, Sicilia e Valle d’Aosta, oggi è la volta di tutte le altre regioni italiane compreso l’Abruzzo dove il periodo degli sconti terminerà il 5 marzo. Una doppia chance il tradizionale appuntamento di inizio anno con le vendite a prezzi ribassati per i consumatori a caccia del buon affare e per i commercianti che intravedono la possibilità di dare fiato agli incassi. Ma è già guerra di previsioni. saldiSecondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia spenderà 346 euro per l’acquisto di abbigliamento (94,1), calzature (72,8), accessori(30,7) e biancheria intima (26,4), il 3% in più rispetto all’anno scorso, per un valore complessivo di 5,4 miliardi di euro. Attendono i saldi per acquistare qualsiasi tipo di prodotto soprattutto le donne, i consumatori in età superiore ai 45 anni, residenti nelle grandi aree metropolitane e nelle regioni del Mezzogiorno, le famiglie.  ”La situazione delle famiglie è tale da non permettere nessuna impennata” dicono Adusbef e Federconsumatori che prevedono una spesa media di 179 euro, sottolineando la partenza ‘tiepida’ dei saldi anticipati nelle quattro regioni dopo che ”i consumi natalizi sono scesi dell’1,6%”. La gente gira per negozi ma non compra, è in sintesi il parere del Codacons secondo cui le vendite ”rimarranno stabili rispetto allo scorso anno, con una spesa sui 184 euro a famiglia”. Sugli sconti punta invece la Confesercenti, certa che rappresentino una “boccata di ossigeno per un settore ancora in crisi e che solo nell’ultimo anno ha visto la chiusura di 10mila negozi di moda, 27 al giorno”, a fronte di meno di 5mila nuove aperture. Ma al di la delle cifre le raccomandazioni d’obbligo non sono mai troppe. Adusbef e Federconsumatori forniscono un ‘vademecum’ per chi intende approfittare dei saldi senza incappare in bufale.

1) Prima dell’avvio dei saldi verificare il prezzo dei prodotti che si vogliono acquistare e, se possibile, fotografare la cifra con il telefono cellulare. In questo modo si avrà una prova certa del prezzo di partenza e sarà quindi possibile valutare la reale convenienza dello sconto.

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2) Non fermarsi al primo negozio che si incontra ma confrontare i prezzi applicati in diversi punti vendita, cercando di orientarsi verso prodotti di cui si ha reale necessità.

3) Diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non consentono di vedere la merce e di negozi che applicano sconti eccessivi, pari o superiori al 60% (un buon prezzo a saldo dovrebbe aggirarsi attorno al 40% di sconto).

4) Controllare accuratamente il cartellino, su cui devono essere obbligatoriamente riportati, in modo leggibile, sia il vecchio prezzo che quello nuovo, oltre alla percentuale dello sconto.

5) A partire da giugno 2014 i commercianti hanno l’obbligo di accettare pagamento con carte di credito o bancomat tramite POS per cifre superiori a 30 euro.

6) I prodotti a saldo devono essere sì di fine stagione, ma dell’anno in corso e non delle stagioni degli anni passati! I prodotti di risulta o di magazzino devono essere venduti separatamente da quelli in saldo.

7) Anche se il cambio del prodotto non è obbligatorio ma a discrezione del negoziante, conservare lo scontrino quale prova di acquisto. Lo scontrino è infatti essenziale in caso di merce fallata o non conforme, poiché vincola il commerciante alle norme di legge relative alla garanzia di sostituzione o al rimborso della somma pagata.

8) I commercianti non sono obbligati a far provare i capi di abbigliamento, tuttavia il nostro consiglio è di diffidare dei negozi in cui non sia appunto possibile provare tali capi.

9) Per problemi o “bufale” rivolgersi ai vigili urbani, all’ufficio comunale per il commercio o ad un’Associazione di consumatori.

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