L’Aquila. Si e’ concluso nel tardo pomeriggio di ieri a Campo Imperatore, con un’esercitazione pratica su ambiente innevato e impervio, il corso di formazione ricerca e stabilizzazione del travolto da valanga – seconda edizione. Due intense giornate, in aula e in ambiente, per comprendere quali siano le difficolta’ di un soccorso in valanga. I partecipanti, a cui e’ stata impartita prima di tutto una dettagliata formazione teorica, hanno vissuto in prima persona, a Campo Imperatore, quattro diversi scenari sperimentando quanto un contesto difficile e impervio possa inibire le normali operazioni di soccorso. Grazie alla partecipazione avuta in entrambe le edizioni del corso, la XX Delegazione Alpina Abruzzo del Cnas potra’ destinare il ricavato all’acquisto di due nuovi defibrillatori. I tecnici del Cnsas, sotto la guida degli istruttori nazionali della Scuola nazionale Medica del Soccorso Alpino (Snamed), hanno inscenato diverse operazioni di soccorso con un unico obiettivo: recuperare un travolto da valanga. Ai corsisti, sia medici che laici, e’ stato chiesto non soltanto di agire rapidamente e in modo adeguato, ma anche di misurarsi con lo stress di chi interviene in una situazione di pericolo, in condizioni meteo non sempre favorevoli, con l’ansia del tempo che trascorre e che puo’ rivelarsi letale. Individuare un corpo utilizzando l’Artva (Apparecchio di ricerca travolti in valanga), sondarne il seppellimento, ma anche imbracciare la pala e cimentarsi con la propria resistenza fisica, effettuare un massaggio cardiaco, mantenere la lucidita’: queste sono solo alcune delle caratteristiche che un soccorritore deve possedere in un simile contesto. Il Corso nasce con l’intento di formare medici e infermieri, ma anche semplici appassionati di montagna che – come afferma Gloria Brighenti, istruttrice nazionale e vice direttrice della Snamed – si possono ritrovare in qualsiasi momento a dover affrontare una situazione del genere”. Gli obiettivi del corso di ricerca e stabilizzazione del travolto da valanga rientrano in un piu’ ampio progetto di formazione che il Soccorso Alpino Abruzzo porta avanti gia’ da qualche anno. “In molte occasioni diffondere parte delle conoscenze dei tecnici del Cnsas – afferma la XX Delegazione Abruzzo – vuol dire ridurre i tempi di intervento, elemento indispensabile perche’ un soccorso vada a buon fine”.