Cheti. Confartigianato Abruzzo ritiene una “vera e propria follia”, il progetto Megalò 2 e chiede una nuova legge regionale che blocchi nuove aperture di centri commerciali e obblighi gli esistenti ad aprire le porte ad aziende che offrano prodotti abruzzesi, “per fare in modo ¬ dice – che un utente non ci ricordi per un panino americano, ma per un parrozzo locale”. Quindi, un appello alla Regione e a tutte le forze politiche per “istituire immediatamente un tavolo che comprenda tutte le associazioni di categoria. La legge sul commercio – dicono il segretario regionale ed il delegato Commercio dell’associazione, Daniele Giangiulli e Massimiliano Pisani – deve essere immediatamente rivista, attualizzata e modificata per ripristinare un mercato di libera concorrenza. Il progetto di Megalò 2 darebbe il colpo di grazia alle già disastrate piccole aziende, anche storiche, di Chieti e Pescara, che stanno chiudendo, giorno dopo giorno, a causa dell’attuale centro commerciale”.
Legambiente scrive al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, in qualità di Commissario straordinario delegato alla mitigazione del rischio idrogeologico, in merito al progetto di ampliamento del Centro commerciale Megalò 2 sul fiume Pescara, sottolineando come “il progetto di sviluppo dell’area commerciale aumenti il rischio dell’area stessa, in funzione dell’aumento potenzialmente di numero di visitatori nella struttura e delle modifiche all’argine previste, che sposterebbero più a valle il problema di tracimazione del fiume”. Chiamando in causa la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, il Ministero dell’Ambiente e Luciano D’Alfonso in qualità di Commissario straordinario, Legambiente chiede quindi di “vigilare ed intervenire concretamente per evitare una nuova cementificazione sbagliata e dannosa, non solo perché in contrasto con l’operato delle loro strutture ma, anche e soprattutto, per l’incolumità delle persone”.