Lanciano. In processione con la kefiah sull’abito talare, don Alessio: è simbolo di solidarietà e pace.
Durante la tradizionale processione della Madonna del Ponte a Lanciano, tra le più sentite della diocesi, don Alessio Primante, responsabile della Cappellania scolastica dell’arcidiocesi Lanciano-Ortona e cancelliere della Curia, ha indossato una kefiah sopra l’abito talare. Un gesto simbolico, carico di significato, che ha attirato l’attenzione dei presenti: alcuni favorevoli, altri perplessi.
“Credo nella pace, nella giustizia e nella solidarietà, ha spiegato don Alessio, “e voglio essere il primo a dare l’esempio. La kefiah è un simbolo di vicinanza al popolo palestinese, ma anche un richiamo universale ai valori umani fondamentali”.
Il sacerdote ha ricordato come questi stessi valori siano al centro della comunità scolastica diocesana, insieme alla difesa del Creato. “È un segno che vuole scuotere le coscienze, richiamare l’attenzione su chi soffre, soprattutto nella Terra del Signore, dove oggi si consuma un vero e proprio genocidio”.
Anche il vescovo, Monsignor Emidio Cipollone, ha sostenuto il significato del gesto: “Un messaggio che va oltre Gaza, un invito a cercare la pace in ogni conflitto nel mondo”.
“Insegno ai miei studenti e studentesse a credere in dei valori, a battersi per essi e poi io per primo non seguo questo insegnamento? Che esempio sarei? Credo nella pace, nella solidarietà, nella giustizia e ho indossato un simbolo di questi valori”. Ha dichiarato don Alessio.
“E’ un gesto che è un messaggio di pace, giustizia che, assieme alla difesa del Creato, sono i valori fondanti della comunità scolastica diocesana”, riprende don Alessio. “E’ un gesto per essere vicino al popolo palestinese, di solidarietà che è valore universalmente riconosciuto. E’ una immagine forte, che parla: solleva anche nel nostro territorio, la nostra città, il velo su una realtà di sofferenza. E’ un’immagine che lancia una riflessione sul fatto che nella terra del Signore si vive un genocidio.
Anche Papa Leone XIV ha espresso, ed esprime, profonda vicinanza al popolo palestinese, a Gaza, a centinaia di migliaia di persone che “vivono nella paura”, “sopravvivono in condizioni inaccettabili”. Il mio”, continua don Alessio, “ è un gesto soprattutto di pace. Da anni la bandiera della pace è sull’altare della chiesa del Purgatorio, mi segue nelle messe celebrate all’aperto, proprio tra le mura di quel Creato che pure difendiamo. E’ un messaggio, quindi, di fede, solidarietà, giustizia, amore, pace: svegliamoci dal sonno”.