Roma. Sono stati assolti anche in secondo grado i cinque imputati per l’omicidio di Serena Mollicone, avvenuto ad Arce nel giugno 2001. La prima Corte d’appello, presieduta da Vincenzo Capozza, ha letto oggi pomeriggio il dispositivo della sentenza.
L’accusa aveva chiesto 24 anni di reclusione per Franco Mottola, 22 per il figlio Marco Mottola e altrettanti per la moglie Annamaria. Per gli altri due imputati, i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale, era stata invece chiesta l’assoluzione, rispettivamente, per prescrizione e perché gli indizi non avevano raggiunto consistenza di prova.
Alla lettura, i Mottola hanno abbracciato i loro difensori, mentre in aula si sono levate proteste. Condannate al pagamento delle spese processuali le parti civili che hanno proposto l’appello: la famiglia di Serena, i parenti del brigadiere Santino Tuzi, il comune di Arce e il Ministero della Difesa.
Serena Mollicone era scomparsa da Arce il 1° giugno 2001 e rinvenuta senza vita due giorni dopo in località Fonte Cupa. Un precedente processo per l’omicidio aveva visto assolto, in via definitiva, il carrozziere Carmine Belli. Il nuovo procedimento si era concluso, giusto due anni fa, con l’assoluzione in primo grado dei cinque imputati. Secondo l’accusa, Serena sarebbe stata colpita e tramortita negli alloggi della caserma dei Carabinieri di Arce, legata con del nastro adesivo e trasportata in seguito nel luogo in cui è stata ritrovata.
Questa mattina, di fronte alla città giudiziaria di Roma, un presidio di volontarie di Telefono Rosa e cittadine di Arce ha distribuito volantini con la scritta “Non può pagare solo lei” ed esposto lo striscione: “Giustizia per Serena, mai più storie di ordinaria violenza”.
Presenti alla lettura del dispositivo, tra gli altri, la cugina di Serena, Gaia Fraioli e Maria Tuzi, figlia del brigadiere che si è tolto la vita nel 2008, dopo aver dichiarato di aver visto Serena entrare nella caserma di Arce il giorno della scomparsa. “Spero che ci sia giustizia e che ci sia giustizia anche per mio padre. Gli elementi questa volta in aula sono stati di più, sono stati precisi ed è giusto che vengano presi tutti in considerazione”, ha dichiarato prima che venisse pronunciata l’assoluzione.
Ha atteso la sentenza anche Carmine Belli: “È ora che si chiuda questa storia e che venga fatta giustizia.”
“Sono molto amareggiata, questa non è giustizia”, è il commento della sorella di Serena, Consuelo Mollicone, alla lettura del dispositivo. E lo zio di Serena, Antonio Mollicone: “Come familiare di Serena ho il dovere di fare in modo che la giustizia e la verità vengano a emergere perché mi sembra che non siano ancora emerse. Noi andremo fino in fondo affinché si persegua la giustizia.”
Marco Mottola si è invece scagliato contro i giornalisti: “Avete causato voi questo incubo.”
“Ho sempre detto che non c’entravamo niente”, ha dichiarato Franco Mottola.
E il difensore della famiglia Mottola, l’avvocato Mauro Marsella, ha considerato: “È stata una sentenza molto puntuale, non c’erano i margini per una sentenza di condanna. Sul cadavere della povera vittima c’erano decine di impronte digitali che non sono riconducibili agli imputati e lo abbiamo ribadito anche oggi in sede di replica. Non si poteva che pervenire a una conferma della sentenza di primo grado.”
Dunque, ancora, un delitto senza colpevole. Chi ha ucciso Serena Mollicone?