L’Aquila. “Preme evidenziare che, cessata la fase emergenziale degli arrivi di ragazzi ucraini, è in esplosivo aumento, ben oltre il 50%, il numero dei minori stranieri non accompagnati (Msna) arrivati in Abruzzo: ben 839, in gran parte provenienti dalle zone subsahariane dell’Africa, fatti sbarcare a Ortona su indicazione del governo”.
E’ l’allarme lanciato dal presidente della corte d’appello dell’Aquila, Fabrizia Francabandera, nella relazione sull’andamento della giustizia in Abruzzo nel corso della inaugurazione dell’anno giudiziario che si è svolta nel capoluogo regionale.
“Si tratta di minori, non di rado
vittime di tratte e violenze durante il
terribile viaggio che li porta in ltalia, che
vengono collocati nelle strutture SAI, da
tempo sature, nonostante sia stato
disposto l’aumento indiscriminato di
posti per ogni struttura esistente, anche
quelle non specializzate, spiega ancora
Francabandera.
Ai minori stranieri privi di riferimenti familiari (per lo più adolescenti, raramente bambini)
occorrono mediatori culturali, corsi di
lingua italiana, la progettazione specifica
di corsi di formazione professionale.
L’assenza di scolarizzazione e di progetti
di inclusione si traduce in una violazione
dei loro diritti umani, perché impedisce
ogni possibilità di crescita e autonomia,
esponendoli anzi al rischio concreto di
diventare, anche nel nostro territorio,
vittime di sfruttamento, manovalanza
reclutata per attività criminali”.
Francabandera sottolinea che “nelle
strutture di accoglienza, poi, si verificano
interazioni scorrette con gli educatori e
tra minori, emergono fenomeni di
‘branco’ e di bullismo che sconfinano talvolta in illeciti penali; il che induce un circolo vizioso di reazioni negative del contesto sociale che allontanano del tutto le prospettive di inclusione”.
“Eppure, questi ragazzi potrebbero
rappresentare vere opportunità per un
paese in grave crisi demografica come il
nostro, non solo problemi da gestire
precariamente nel lasso di tempo che li
separa dalla maggiore età, per poi essere
lasciati al loro destino. In questo
contesto, certo non aiuta a invertire la
rotta la scarsissima disponibilità di tutori
volontari, da anni evidenziata, cui si
supplisce facendo ricorso al generoso
coinvolgimento dell’Avvocatura; che
tuttavia, non può rispondere alla funzione
di costruire rapporti personali che
abbiano anche valenza educativa-
inclusiva”, scrive ancora il presidente
della Corte di Appello dell’Aquila.