Valle Castellana. Racconti di vita come racconti di storia. Oggi “in Valle Castellana e Rocca Santa Maria (TE) è stato ricordato il 79° anniversario dell’eccidio di quattro militari italiani, fucilati per rappresaglia dai soldati tedeschi il 26 settembre del 1943”, scrive il comunicato della celebrazione. “Si tratta del Sergente Maggiore degli Alpini Donato RENZI (classe 1913) del posto, e di tre Carabinieri in servizio alla Stazione di Pascellata di Valle Castellana: il Comandante, Brigadiere Leonida Barducci (classe 1910), originario di Ancona, e i Carabinieri Settimio Annecchini (classe 1902) e Angelo Cianciosi (classe 1901), rispettivamente di Fossacesia (CH) e di Furci (CH). La cerimonia è stata organizzata dalla Sezione dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Teramo, intitolata proprio ai Martiri di Sella Ciarelli e dalla Associazione Nazionale Alpini di Rocca Santa Maria ed ha visto la partecipazione della Medaglia D’Oro al Valor Militare Rosario Aiosa, Generale di Corpo D’Armata dell’Arma Dei Carabinieri in congedo, del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Teramo, Colonnello Pasquale Saccone, dei Sindaci di Valle Castellana e Furci e dei delegati dei sindaci di Fossacesia e Rocca Santa Maria , di un rappresentate dell’Amministrazione Provinciale di Chieti, di Associazioni Combattentistiche e d’Arma e di tanti comuni cittadini”.
“Particolarmente toccante durante la cerimonia”, prosegue il comunicato, “il contributo offerto dal dottor Mario Cianciosi, figlio di uno dei carabinieri uccisi e rimasto orfano ad appena 3 anni. Era presente anche un nipote dello stesso militare, Claudio Cianciosi , ed è intervenuto anche il dott. Alessandro Barducci, nipote del Brigadiere Comandante di Stazione, che pur non essendo ancora nato all’epoca dei fatti ha avuto tramandato dai genitori il ricordo dello zio tragicamente perito. Era inoltre presente la nipote dell’Alpino trucidato, Signora Antonella Natali. L’eccidio sarebbe stato dimenticato se il senso civico di alcune persone straordinarie riunite nel Comitato per i trucidati di Sella Ciarelli non ne avesse nobilitato il ricordo, consegnandolo nel 2001 e per sempre allo storia del nostro Paese. Il 24 giugno di quell’anno fu infatti inaugurato nel luogo dell’evento un monumento in ricordo delle vittime, realizzato dallo scultore Ireneo Janni e presso il quale si svolge ogni anno, da allora, la commemorazione. Quest’anno la cerimonia si è svolta in due tempi. In un primo momento è stata deposta una corona nel luogo dell’eccidio “Sella Ciarelli” ricadente nel Comune di Rocca Santa Maria, successivamente in Valle Castellana Frazione Pascellata è stata intitolata la Piazza ove aveva sede la Stazione dei Carabinieri ai quattro Martiri di Sella Ciarelli.
Di seguito l’intevento del colonnello Pasquale Saccone, comandante provinciale dei carabinieri di Teramo
Signor Generale AIOSA, Autorità civili, militari, religiose, Associazioni Combattentistiche e d’Arma, cittadini tutti: consentitemi innanzitutto di esprimere un sentito ringraziamento per l’onore di poter presenziare a questa commemorazione densa di significati, nonché di portare i saluti del Signor Generale ACETO, Comandante della Legione Carabinieri “Abruzzo e Molise”, che oggi non è presente a causa di un concomitante impegno istituzionale. Ricorre oggi il 79° anniversario dell’eccidio di “Sella Ciarelli”, avvenuto il 26 settembre 1943, per una rappresaglia conseguente alla eroica battaglia di “Bosco Martese” del giorno precedente. A distanza di 79 anni, con la cerimonia di oggi, vogliamo ricordare quelli che sono diventati noti come i martiri di “Sella Ciarelli”: il Brigadiere Leonida BARDUCCI, il Carabiniere Settimio ANNECCHINI, il Carabiniere Angelo CIANCIOSI e il Sergente Maggiore degli Alpini Donato RENZI. All’indomani della sconfitta tedesca, impartita da una formazione di partigiani, al comando del Capitano dei Carabinieri Ettore BIANCO, presso “Bosco Martese” (un angolo affascinante, isolato e selvaggio, ubicato a oltre 1000 metri, sull’Appennino abruzzese), i soldati del Reich si resero protagonisti di azioni crudeli di rappresaglia e di rastrellamento contro patrioti e civili del luogo. Questa giornata ci permette di non dimenticare il passato, un passato eroico che narra di chi ha sacrificato la vita per il bene comune, per garantirci pace, giustizia e libertà.

Il 26 settembre 1943, i Nazisti intrapresero una vasta azione combinata di Reparti di Fanteria e Artiglieria per stanare partigiani radunati verosimilmente nella località denominata “Ceppo”. Nella circostanza, un Reparto di soldati tedeschi aveva occupato la Caserma dei Carabinieri di Valle Castellana, in località Pascellata e aveva arrestato i militari della Stazione, con l’accusa di aver collaborato con i partigiani. Durante lo scontro il Comandante della Stazione – Brigadiere Leonida BARDUCCI e i due Carabinieri Settimio ANNECCHINI e Angelo CIANCIOSI sono stati disarmati e fatti prigionieri. Al termine di un sommario interrogatorio-processo, di fronte all’ostinato rifiuto di fornire i nomi e i nascondigli dei partigiani, i Tedeschi decisero di passare per le armi i 3 carabinieri. Con essi, viene trucidato anche il Sergente Maggiore degli Alpini Donato RENZI, in licenza forzata dopo l’8 settembre per lo scioglimento della sua e delle altre Divisioni, che viveva in un’abitazione poco distante dalla Caserma dei Carabinieri. Ad avviso dei nazisti, il Sergente RENZI era colpevole di aver nascosto nella propria abitazione un soldato neozelandese, anch’egli fucilato. La Memoria dei martiri di “Sella Ciarelli” resterà sempre eterna grazie alla stele dell’artista atriano Ireneo IANNI, realizzata su iniziativa del “Comitato Onoranze Martiri di Serra Ciarelli”, promosso dal compianto Capitano dei Carabinieri Oberdan TIBERI.
Il monumento, una scultura in bronzo, raffigura il volto della Gloria che, con tenerezza, guarda e avviluppa, con il suo drappo, i simboli dei martiri dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo degli Alpini. È, senza dubbio, la rappresentazione iconografica densa dei valori etici dell’eroismo e della libertà. Ricordiamo, con onore, che la resistenza opposta a “Bosco Martese” il 25 settembre 1943, descritta da alcune radio del tempo, persino da Radio Londra, ebbe una risonanza così vasta e tale da contribuire ad alimentare lo spirito della Resistenza che si andava destando in ogni angolo della nostra rinata Patria. Questo combattimento è, senza dubbio, passato alla storia come il primo fondamentale episodio da cui è scaturita la “Resistenza” Italiana. Per tale evento, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio CIAMPI, con Decreto del 23 giugno 2005, ha conferito la Medaglia d’Oro al Merito Civile all’Amministrazione provinciale di Teramo, con la seguente motivazione: “Il fiero popolo della provincia teramana, dopo l’8 settembre 1943, non esitava a sollevarsi contro i nazifascisti, partecipando con una formazione di giovani partigiani, provenienti dai vari comuni, alla prima battaglia campale della resistenza in località Bosco Martese. Oggetto di feroci rappresaglie, deportazioni e barbarie, sorretto da indomito spirito patriottico e da profonda fede in un’Italia libera e democratica, sopportava la perdita di un numero elevato dei suoi figli migliori, dando luminoso esempio di eccezionale abnegazione, di incrollabile fermezza ed amor patrio. Settembre 1943 – Provincia di Teramo”.
Va da sé, dunque, che nel grande libro della Resistenza e della lotta di Liberazione in Italia, il primo capitolo spetta ai Carabinieri ed agli Alpini che, fino all’estremo sacrificio, non hanno rivelato dove si nascondessero i partigiani della Banda del “Bosco Martese”. Ma oltre a questa storia di eroismo, passata attraverso la morte ed il sacrificio, consentitemi di ricordare anche un altro episodio eroico, ma che esalta, questa volta, i valori dell’onore militare, della famiglia, del rispetto della vita e che vede sempre protagonisti altri Carabinieri di Valle Castellana. Il 14 maggio del 1944, i tedeschi tornarono a Pascellata circondarono e penetrarono nella Stazione, catturando e malmenando il Vice Brigadiere Francesco CARDO ed il Carabiniere Ferdinando ROSCIOLI, mentre altri militari si erano rifugiati presso l’abitazione del Maresciallo Paolo LEONI, anch’egli poi catturato. Tutti i Carabinieri arrestati furono condotti nelle campagne di Fioli di Rocca Santa Maria per essere fucilati, ma poco prima dell’esecuzione il Maresciallo LEONI, con grande forza d’animo ed encomiabile coraggio, riuscì ad evitare una seconda strage, assumendosi ogni responsabilità per i suoi subalterni ed offrendo la propria vita purché fosse fatta salva quella dei suoi uomini. La proposta del Maresciallo LEONI venne respinta ma il militare con dignità, appellandosi all’onore, agli affetti della famiglia e al valore religioso riuscì ad ottenere per sé e per i suoi uomini la salvezza. Nel concludere il mio intervento, rivolgendomi grato ai familiari degli eroici militari caduti oggi qui presenti: (Dottor Alessandro BARDUCCI, nipote del Brigadiere Leonida BARDUCCI; Dottor Mario CIANCIOSI e Dottor Angelo CIANCIOSI, rispettivamente figlio e nipote del Carabiniere Angelo CIANCIOSI e la Signora Antonella NATALI, nipote del Sergente Maggiore degli Alpini Donato RENZI, voglio con forza sottolineare quanto le virtù militari e civili dimostrate da questi eroici uomini rappresentino l’esempio a cui ispirarsi quotidianamente nello spirito di appartenenza alla nostra Istituzione e nel tenere fede ai valori fondanti della nostra Costituzione. Viviamo nuovamente giorni di guerra. Una nuova guerra, infatti, è alle nostre porte e solo la memoria di simili tragedie potrà evitare che l’uomo continui ad essere lupo per l’altro uomo, rinnegando quel diritto basilare alla vita che ci rende davvero uomini liberi. Grazie.