L’Aquila. Arriva la rivoluzione delle Province, ma il presidente Antonio Del Corvo prevede una grande confusione e una ingovernabilità. “Sarà un caos dei più terribili”, avverte. “Le funzioni sono le stesse”, spiega il presidente della Provincia dell’Aquila, “il cambiamento riguarda il sistema elettorale, ma ci saranno problemi di incompatibilità e un inevitabile abbandono dei piccoli comuni. In attesa della riforma del Titolo V e della loro definitiva abolizione, infatti, gli organi non saranno più eletti dai cittadini.
Le novità. Con il via libera della Camera è stato approvato il testo uscito dal Senato. Il presidente della Provincia sarà il sindaco del comune capoluogo, mentre il consiglio provinciale sarà formato da 10 o da 16 membri scelti tra gli amministratori municipali del territorio che non avranno nessun compenso.
Fino all’inizio del 2015, quando le nuove Province s’insedieranno, saranno questi organi a supplire al consiglio provinciale mentre gli assessori resteranno al loro posto. Questi enti, su trasporti, ambiente e mobilità avranno manterranno la pianificazione. Sull’edilizia scolastica manterranno la gestione e cominceranno a occuparsi anche di pari opportunità. Tutte le altre competenze passeranno ai Comuni a meno che le Regioni non preferiscano tenerli per sé. E lo stesso percorso seguiranno il personale e il patrimonio.
Le anomalie. Secondo il presidente della Provincia del capoluogo abruzzese, si creeranno gravi incompatibilità
“Il sindaco del Comune dell’Aquila o di Pescara, ad esempio”, spiega Del Corvo, “dovrà dare il parere sul Piano regolatore generale della città dell’Aquila, dovrà controllare i depuratori del suo stesso comune, e avrà tante altre funzioni di controllo sul proprio comune. I contenziosi che verranno a crearsi saranno tanti ed enormi. Come fa”, spiega Del Corvo, “un organo di controllo ad avere a essere guidato dal sindaco di un ente da controllare?
Quando nevicherà”, ironizza, “il sindaco presidente di Provincia, da quale comune partirà per la pulizia delle strade? Speriamo non parti dal proprio comune”.