Pescara. Orizzonte poco roseo per l’export abruzzese, sia sulla base dei dati degli ultimi mesi, sia in ragione delle possibili ripercussioni della crisi-russo ucraina. Questo il bilancio tracciato dalla Cna Abruzzo, secondo uno studio realizzato da Aldo Ronci sulla base di dati Istat. “L’ultimo trimestre 2021”, si legge, “consegna un percorso che procede a passo di gambero”. “Mentre il conflitto provocato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia moltiplica le previsioni negative per la nostra economia soprattutto sul fronte delle esportazioni”, scrive l’associazione artigiani, “è tempo di bilanci: e il risultato è assolutamente negativo. Un indietro tutta che consegna alla nostra regione il penultimo posto tra le regioni d’Italia”.
Ronci ha ricordato che nel 2020 l’export abruzzese, sempre in quei tre mesi, ammontava complessivamente a 2.433 milioni di euro, mentre nel 2021 nello stesso periodo si attesta a 2.084, con una caduta di 349 milioni di euro. “Un trimestre nero dunque”, fa rilevare l’associazione, “sottolineato ancora di più dai valori percentuali, che accentuano la controtendenza negativa dell’Abruzzo rispetto al resto del Paese: 14,4% di contrazione delle nostre esportazioni contro una crescita nazionale del 13,3%. Una zavorra che ha finito per pesare molto negativamente sull’andamento dell’intero anno”.
Proprio il primo settore, l’automotive, tradizionale punta di diamante dell’export abruzzese, ha pagato il dazio più forte nell’ultimo scorcio del 2021, con una flessione di 408 milioni; caduta non compensata da tutti gli altri comparti produttivi messi insieme, che sono cresciuti di 59 milioni, dove registrano risultati positivi soprattutto gomma e plastica (+95), prodotti chimici (+76), prodotti in metallo (+72), macchine e apparecchiature (+48), alimentari (+42).”Ragioni, insomma”, prosegue la nota, “per temere che i venti di guerra dell’est europeo, soprattutto in ragione dei danni che potranno provocare a settori chiave delle nostre esportazioni, come automotive e moda”.