Pescara. Oltre 400 tonnellate di aiuti alimentari dall’Italia verso la frontiera che divide la Polonia dall’Ucraina ma anche un supporto importante per l’evacuazione delle persone, in particolare attraverso il sistema dei “family link”, cioè il ricongiungimento degli sfollati, soprattutto donne e bambini, con parenti che già vivono fuori del Paese, molti in Italia.
È questo il cuore dell’attività che le Misericordie, una realtà che con i suoi 700mila soci e 100mila volontari è tra le più longeve del Paese, stanno mettendo in atto in collaborazione con altre associazioni ed enti come l’Ordine di Malta, a favore dei profughi e degli sfollati della guerra in Ucraina.
Attività che si va rafforzando anche grazie a una missione appena conclusa di una delegazione delle Misericordie guidata dal presidente Domenico Giani con incontri ufficiali a Cracovia e a Leopoli con il sindaco Andriy Sadovyi.
“Grazie alle nostre unità mobili e alla collaborazione con altri soggetti come l’Ordine di Malta, la Protezione civile, il ministero dell’Interno, gli orionini – spiega Giani – siamo riusciti ad evacuare decine e decine di persone accompagnate in Italia attraverso il sistema dei family link. Continueremo con i trasferimenti anche ad esempio di anziani, spesso quelli più attaccati alle proprie case e ai propri luoghi familiari ma che spesso si trovano in oggettivo pericolo e in situazioni di solitudine visto che gli uomini combattono nell’esercito e le donne tentano la fuga con i bambini”. Per quanto riguarda la sua missione, Giani riferisce di aver percepito “un grande senso di orgoglio di questo popolo ma dall’altro una forte rassegnazione a questo momento che stanno vivendo con la paura per le prospettive futuri. Le autorità locali che ho incontrato hanno fortemente ringraziato per la generosità degli aiuti da parte del popolo italiano, della Polonia, della Romania però ci hanno espresso anche il desiderio che la gente torni a casa e che questi bambini costretti a fuggire vivano il più possibile in un sistema di casa famiglia perchè presto possano tornare”. “A Leopoli – aggiunge Giani – colpisce molto incontrare tutta questa gente, soprattutto donne e bambini, che viaggia davvero con niente, con pochi effetti personali, anche solo una borsa della spesa e tanti che hanno chiesto proprio la preghiera, di pregare per la pace”.