Pescara. Ci sono gli ucraini, soprattutto donne e bambini, che si ricongiungono ai loro familiari che lavorano in Italia e poi ci sono altri, in fuga dalla guerra, che dovranno essere ospitati nei Centri di accoglienza straordinaria (i Cas, che attualmente ospitano circa 5mila persone complessivamente) che saranno attivati dalle prefetture e nel Sistema di accoglienza ed integrazione Sai gestito con i Comuni (26mila gli ospiti
attuali). Al momento il flusso è gestibile senza ricorso a soluzioni di emergenza, ma è destinato ad aumentare e quindi le prefetture stanno organizzando appositi piani per farvi fronte. Le modalità dell’accoglienza sono state definite dal decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso e da una circolare del Viminale sottoscritta ieri.
I FONDI
Il decreto stanzia 91,4 milioni di euro per il 2022 e 44,9 milioni l’anno per il 2023 e per il 2024 “per far fronte alle eccezionali esigenze di accoglienza dei cittadini ucraini”. Si calcola in circa 10mila euro all’anno il costo per ciascun ospite.
I POSTI
La circolare indica che verranno attivati 5mila
ulteriori posti nei Cas, con un costo dell’accoglienza stimato nell’ordine dei diecimila euro l’anno a persona e
3mila nel Sai. È stata estesa inoltre ai profughi ucraini la riserva di posti (complessivamente 5.000) del Sai già
prevista e finanziata per gli afghani evacuati la scorsa estate.
DONNE E BAMBINI
Il Viminale sottolinea che le soluzioni di accoglienza dovranno tenere conto della peculiarità delle persone in arrivo, prevalentemente donne e bambini.
LA PROTEZIONE TEMPORANEA
Il decreto stabilisce che gli ucraini potranno accedere alle strutture di accoglienza anche senza status di richiedente protezione internazionale o degli altri titoli previsti dalla normativa. La direttiva europea sulla Protezione temporanea in discussione oggi a Bruxelles garantirebbe agli ucraini in fuga di soggiornare nell’Ue per un periodo di un anno rinnovabile senza attivare le procedure di asilo, Intanto le migliaia di persone già arrivate in Italia sono potute entrare senza visto. Possono soggiornare liberamente per 90 giorni, passati i quali, senza la direttiva europea, per restare dovrebbero presentare richiesta di permesso di soggiorno o di protezione.
CAS E SAI
Nelle strutture d’accoglienza – i Cas in genere sono gestiti da cooperative che vincono un bando di affidamento – gli ospiti hanno vitto e alloggio, pocket money (nella misura di 2,5 euro al giorno), ricarica telefonica, servizio di assistenza linguistica e culturale, sostegno socio psicologico, assistenza sanitaria, da effettuare presso i presidi sanitari territoriali o medici di base, orientamento al territorio, percorsi formativi per l’apprendimento della lingua italiana.