Sono 16 i bambini uccisi dalle bombe in Ucraina. Storie uguali ma tutte diverse, i innocenti che hanno perso la vita in un conflitto bellico in un Paese democratico al centro dell’Europa.
“Sapevamo che ci sarebbe stato un prezzo da pagare ma la tragedia che stiamo vivendo è immane”, ha detto il presidente ucraino Zelensky in diretta al Parlamento europeo, “siamo sotto i bombardamenti, sotto l’attacco dei missili, è stata una mattinata tragica questa. Stiamo dando la nostra vita per la libertà”. “Putin parla di operazioni contro le infrastrutture militari, ma si trattata di bambini, ieri ne ha uccisi 16 con i suoi missili”, ha aggiunto Zelensky parlando in collegamento al Parlamento europeo.
“Vorrei sentire da parte vostra che la scelta dell’Ucraina verso l’Europa venga incoraggiata. Vogliamo essere membri a pari diritti dell’Ue. Stiamo dimostrando a tutti che questo è quello che siamo”, ha detto ancora Zelensky parlando, in videocollegamento, alla plenaria straordinaria del Parlamento Ue, chiedendo agli europei di “provare che siete con l’Ucraina”.
Secondo l’ultimo bilancio del Governo ucraino, sono 352 i civili uccisi nella guerra tra Russia e ucraina, inclusi 16 bambini.
Alisa, sette anni, una delle prime vittime dei bombardamenti della città di Okhtyrka, al confine nord-orientale dell’Ucraina. Una scheggia l’ha ferita quando la bomba ha colpito la sua scuola, uccidendola dopo giorni di lotta tra la vita e la morte in ospedale.
Polina era una bambina felice e sorridente che frequentava l’ultimo anno di scuola elementare a Kiev quando la guerra è piombata su di lei spegnendo per sempre il suo sorriso. Secondo l’autorità locale di Kiev, lei e i suoi genitori sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco in strada dopo essersi ritrovati nel mezzo di uno dei tanti blitz delle forze speciali russe.
Sofia, di sei anni, morta a Kherson insieme alla famiglia, uccisa con i nonni.
Ivan, il fratellino di poche settimane che era con la famiglia e stava cercando di fuggire in auto quando il fuoco dei militari russi vicino a Nova Kakhovka, appena fuori Kherson, non gli ha lasciato scampo.
Senza nome. E poi tanti bambini ancora senza nome, ma che un nome ce l’hanno. sabato sera è stata la volta di un bimbo ricoverato nell’ospedale oncologico per bambini Okhmadyt di Kiev, morto sotto l’artiglieria russa.
E poi storie di bambini che ce l’hanno fatto, portati in salvo dai soldati, e bimbi che nella guerra ci sono nati, anche sotto alla metropolitana. Storie tutte uguali e tutte diverse, di innocenti vittime di una guerra in un Paese democratico al centro dell’Europa. Sembra impossibile, ma è così.