L’Aquila. “Se, da un lato, c’è la giustizia che deve ancora fare il proprio corso e l’auspicio non può che essere quello che si giunga presto all’individuazione delle responsabilità, e dall’altro c’è l’aspetto umano che non può che vedermi al fianco di chi ha perso i propri cari, non va mai dimenticato che nel mezzo c’è il lavoro quotidiano di chi è chiamato a far sì che tragedie del genere non si ripetano più, soprattutto se ci si trova investiti di responsabilità istituzionali”.
Così l’assessore regionale alle Aree interne, Guido Liris, in occasione del quinto anniversario dalla tragedia di Rigopiano, che il 18 gennaio del 2017 ha visto una slavina abbattersi sull’omonimo hotel, nel comune di Farindola (Pescara) causando la morte di 29 persone.
“Quella di Rigopiano, stando ai dati disponibili, è la valanga che singolarmente ha causato il maggior numero di morti di sempre sulle montagne dell’Appennino e la seconda più disastrosa per numero di morti in Europa”, ricorda Liris, “ma ci ha insegnato molto sul fronte della sicurezza in montagna, aumentando la consapevolezza di quanto sia importante vivere il nostro territorio riducendo al minimo i rischi”.
“Sin dal nostro insediamento l’impegno per una maggiore sicurezza in montagna è stato incessante”, afferma l’assessore, “abbiamo istituito il Tavolo della montagna che periodicamente è terreno di proficuo confronto con tutti gli attori interessati e, per ricordare solo i risultati più importanti, abbiamo portato in Abruzzo il sofisticato sistema per il distacco controllato delle valanghe attraverso cariche esplosive, una pratica consolidata sull’arco alpino che non era mai stata adottata nell’Appennino, il sonar Recco, anch’esso per la prima volta in una regione appenninica, utilizzato per la ricerca di dispersi sotto la neve in caso di operazioni di soccorso, e approvato la Carta di localizzazione dei pericoli da valanga, contente la localizzazione delle aree che presentano pericoli potenziali”.
“Quest’ultimo strumento mette a disposizione nuovi e fondamentali supporti operativi a Province, Comuni, Commissioni locali Valanghe e a quanti altri sono coinvolti in attività di protezione civile in montagna”, spiega Liris, “fornendo informazioni preliminari utili per l’individuazione delle problematiche connesse con l’utilizzo antropico di aree soggette a pericolo di caduta valanghe. Sulla base di queste informazioni è possibile valutare la necessità di interventi di difesa o decidere coscientemente in merito alla possibilità di realizzazione di nuove infrastrutture o insediamenti”.
“Oggi, possiamo dunque dire che tragedie come quella di Rigopiano o, più recentemente, del monte Velino, ci hanno insegnato molto sul tema della sicurezza”, rileva infine Liris, “aumentando la consapevolezza anche delle istituzioni che devono essere investite delle loro responsabilità”.