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Ricostruzione terremoto, sabato manifestazione in piazza con “Mia Casa d’Abruzzo”

Redazione Centrale di Redazione Centrale
26 Marzo 2014
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L’Aquila. Sabato prossimo 29 marzo alle ore 15,00 all’Aquila in Piazza della Fontana Luminosa e presso l’Auditorium “Renzo Piano” del Parco Castello, si terrà una Manifestazione e Assemblea Popolare “per la ricostruzione” e la messa in sicurezza sismica. Lo annuncia Pio Rapagnà coordinatore di “Mia Casa d’Abruzzo” che sarà presente all’incontro. “Il Mia Casa – spiega – intende dare una forte spinta per sollecitare e accelerare la ricostruzione e messa in sicurezza sismica degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e privata, l’inizio dei lavori nelle Case E” di proprietà dell’Ater, degli ex-assegnatari e del Comune dell’Aquila. Dopo 5 anni, mentre la ricostruzione e la messa in sicurezza delle Case E non inizia, è accaduto che il Comune dell’Aquila chiede alle famiglie ancora sfollate, il pagamento di un canone di compartecipazione per coprire esorbitanti spese di manutenzione e di condominio dei Complessi C.A.S.E. e M.A.P., inizialmente e provvisoriamente assegnati a titolo di comodato, anche gratuito, mentre le spese per la gestione, manutenzione e amministrazione dei complessi e dei singoli alloggi, sono e saranno sempre di piùimages “insostenibili” da parte delle famiglie ancora sfollate”. Secondo Rapagnà “si sarebbe potuta riconsegnare a parecchie famiglie un’abitazione dignitosa, stabile e sicura: perchè non è stato fatto?”. E proprio su questo aspetto il coordinatore di Mia Casa d’Abruzzo, “al fine di sollecitare l’accertamento della verità dei fatti e di eventuali responsabilità circa il modo in cui sono stati utilizzati i fondi concessi dallo Stato, a partire dai primi 150 milioni di euro messi a disposizione sin dal 15 agosto 2009 per la riparazione e ricostruzione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica regionale e comunale” ha presentato nei giorni scorsi un esposto-denuncia alla Corte dei Conti e alla Procura della repubblica dell’Aquila. Prosegue il coordinatore Rapagnà, “Alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica viene chiesto di accertare se vi siano stati ritardi e inefficienze da parte delle Autorità Amministrative nell’emanazione di provvedimenti d’urgenza, che abbiano comportato un danno erariale, e violazione delle norme che contenevano i provvedimenti indispensabili da mettere in atto al fine di garantire il rientro “in sicurezza” degli inquilini, quali legittimi assegnatari di alloggi di Edilizia Residenziale pubblica, nelle proprie abitazioni danneggiate dal sisma. In particolare, esponendo le modalità e le risorse utilizzate per il recupero dell’immobile ex-ONPI, si chiede di accertare se, in questo caso particolare e in altri casi in generale, una parte delle somme stanziate e attribuite dallo Stato sia state arbitrariamente “distratte” rispetto al loro “scopo vincolato”. Il rientro nelle proprie Case da parte degli inquilini e dei legittimi assegnatari degli alloggi di proprietà delle ATER e del Comune di L’Aquila, è stato “tutelato e garantito”, dopo il terremoto dell’aprile 2009, da provvedimenti legislativi e Ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri, con la assegnazione di fondi esclusivamente destinati al soddisfacimento delle esigenze previste e disciplinate da ciascun provvedimento “attuativo” del Decreto Legge n. 39 del 28 aprile 2009, convertito in Legge n. 77 del 24 giugno 2009”. Conclude infine l’ex parlamentare, “Invece a distanza di cinque anni dal sisma gran parte degli edifici residenziali pubblici e misti, sono ancora privi di riparazioni e di consolidamento sismico e nessun cantiere è stato aperto per le Case E. Gli interventi giudicati “urgenti” continuano ad essere ripetutamente dilazionati nel tempo da inspiegabili burocratismi.”

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