L’Aquila. Il ministero dell’Ambiente ha elaborato il nuovo “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia” che non prevede le uccisioni, quegli “abbattimenti controllati” che erano previsti nel precedente piano del 2017 e che avevano provocato accese polemiche e proteste di cittadini e ambientalisti sino al congelamento del provvedimento nella Conferenza-Stato-Regioni. Esclusa dunque la riapertura della caccia, mentre rimangono tutte le altre misure per permettere la convivenza fra lupi e bestiame.
E’ quasi triplicata in tre anni la presenza dei lupi sulle Alpi. Nel periodo di campionamento 2017-2018, la stima del numero minimo in ciascuna provincia è di 293 individui rispetto ai 100-130 del 2015. L’aggiornamento è contenuto nel Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia che il ministero dell’Ambiente ha consegnato alla Conferenza Stato-Regioni.
In mancanza di una stima formale basata su un programma nazionale di censimento del lupo (come già previsto dal Piano d’Azione 2002), si legge nel Piano, la popolazione appenninica è stata stimata attraverso un metodo deduttivo ed è pari a quella del 2015 cioè 1.580 animali in media considerando tra un minimo di 1.070 e un massimo di 2.472.