Chieti. E’ da poco rientrato in Italia il cadavere del musicista italo-venezuelano Fabio Melanitto, ucciso il 15 agosto scorso a Città del Messico, a quanto riferiscono fonti giornalistiche locali, per “motivi passionali”. La Procura della capitale prosegue le indagini riguardanti l’omicidio di Melanitto, 33 anni, seguendo varie piste, ed alcuni giorni fa ha diffuso un identikit del presunto assassino che gli ha sparato alla testa di sera mentre stava salendo in moto con la fidanzata nel quartiere Narvarte.
Il volto semicoperto dell’assassino in fuga è stato infatti captato da una delle telecamere della via Concepcion Béistegui dove è avvenuta la sparatoria. Le sue spoglie sono state riconosciute e consegnate alla sorella Arianna, giunta in Messico da Ripa Teatina, in provincia di Chieti, dove risiede con un altro fratello. L’ambasciata d’Italia a Città del Messico ha confermato l’accaduto, precisando di essere in “continuo contatto con la Procura messicana”. Effettivamente, si è appreso, Melanitto aveva un passaporto venezuelano ed uno italiano. Nato nel quartiere di Petare di Caracas da genitori molisani, Melanitto si era trasferito in Messico dove aveva fondato anni fa una ‘band’, la UFF, con cui aveva riscosso un discreto successo nelle discoteche della capitale messicana.
Anni fa sposò l’attrice messicana Ivonne Montero, da cui divorziò nel 2013, dopo avere messo al mondo una figlia, Antonella, che non volle mai riconoscere perché, diceva, “non sono pronto per essere padre”. La rivista di ‘cronaca rosa televisiva Notas scrisse di lui che aveva picchiato in almeno due occasioni la moglie, fino al punto di romperle un braccio e che l’aveva anche truffata finanziariamente. Inoltre lo ‘youtuber’ messicano Dael Quiroz rivelò attraverso il blog Arquende Tv che Melanitto fu accusato cinque anni fa di stupro da una donna che lo denunciò ma poi accettò un aggiustamento della questione con il manager del musicista