L’Aquila. “Ogni giorno entrano nelle case distrutte degli aquilani, ne rimuovono le macerie, le mettono in sicurezza, cominciano a ricostruirle, le dotano di nuovi servizi, le decorano di nuovi stucchi, le dipingono e le riconsegnano ai loro abitanti: senza conoscerli, senza incontrarli”. Stavolta gli operai della ricostruzione non sono andati ad affollare pizzerie e tavole calde del centro storico. Stavolta per la pausa pranzo sono stati accolti in una grande casa alberata. Non più invisibili è il pranzo condiviso organizzato nel Parco del Castello ed è il cuore simbolico del Festival della Partecipazione. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di promuovere l’incontro tra i cittadini e coloro che, giorno per giorno, ricostruiscono le loro case. Sono state le stesse famiglie a preparare i piatti poi serviti agli operai delle varie imprese edili. 3500 lavoratori, quasi la metà non italiani. E’ intervenuto anche il segretario generale della CGL Susanna Camusso, a tavola con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, la senatrice Stefania Pezzopane, l’assessore regionale Giovanni Lolli con altre autorità, il comico Enrico Bertolino e alcuni degli organizzatori del festival. Il ministro è intervenuto nella mattinata a Palazzo Fibbioni per discutere il tema del riuso degli spazi abbandonati. Questo è solo uno degli oltre cinquanta appuntamenti del festival, che mira a coinvolgere i cittadini in prima linea nello sviluppo della comunità. Partecipando, intervenendo, ascoltando e discutendo. “Non vorremmo che il festival si riducesse ad un’occasione mediatica, ma che diventasse un luogo concreto per tessere relazioni, per aiutare, lasciando un’impronta concreta, il percorso di ricostruzione civica e urbana che la città sta attraversando”, si legge nella nota degli organizzatori Marco De Ponte ( ActionAid Italia), Antonio Gaudioso (Cittadinanzattiva) e Francesca Rocchi (Slow Food Italia). “In questi quattro giorni, attraverso parole, musica, teatro e immagini vorremmo declinare le mille sfaccettature del termine “partecipazione”, e raccontare impegno, ascolto, incontro dell’altro, riappropriazione degli spazi, urbani e democratici, reali e ideali. Perché il 10 luglio non sia solo il giorno di chiusura del festival, ma l’inizio di un nuovo percorso, più consapevole e qualificato, di impegno civico”. @DiegoRenzi