Quando togliete la mascherina notate un po’ di rossore intorno alle labbra e dei puntini bianchi? L’igenizzazione continua delle mani vi ha provocato un po’ di secchezza? Non vi preoccupate è tutto normale. La pelle, che sia delicata o grassa, sta reagendo alla nuova routine che ogni giorno mettiamo in campo per contrastare il coronavirus. Piccoli accorgimenti che ci permettono di essere sicuri e allontanare il virus.
Ma c’è un modo per proteggere la nostra pelle da tutto ciò? Sì, ce lo ha spiegato Achille Spina, medico dermatologo, dal 1975 punto di riferimento per la casa di cura Di Lorenzo.
“L’utilizzo della mascherina è necessario e insieme al distanziamento sociale e all’igenizzazione delle mani fanno parte dei tre cardini per tenere a bada il virus”, ha precisato Spina, specializzatosi al Gemelli di Roma in patologie e cura delle malattie della pelle, “di mascherine ormai ce ne sono di diversi tipi – dalle chirurgiche, alle Ffp2 e Ffp3 – in base alle loro costruzioni hanno o non hanno una funzione protettiva. Le chirurgiche sono leggere e non aderendo bene al viso non sono molto protettive. Essendo all’interno ruvide possono provocare attrito sul viso. Le altre aderendo maggiormente alla pelle creano dei problemi. Sempre più spesso si presenta la cosiddetta “maskne”, una lesione caratterizzata da eritema, prurito, puntini bianchi (brufoli) e esacerbazione dell’acne (per chi già ne soffre). Altre patologie possono essere scatenate dall’utilizzo della mascherina come la dermatite da contatto, dermatite seborroica, primi sintomi della rosacea, ma anche un’intolleranza a determinati prodotti con i quali è stata realizzata la mascherina”.
Una vera e propria problematica, quindi, che si presenta in forma lieve soprattutto per chi utilizza molte ore la mascherina. Ma da cosa dipendente e soprattutto come si può intervenire?
“A crearla è in primis l’attrito che la mascherina procura dove aderisce in maniera maggiore”, ha continuato il dottor Spina affiancato nel suo lavoro nella casa di cura Di Lorenzo dalla collega Valeria Ciciarelli, dermatologa esperta in terapie oncologiche, “ma anche l’umidità che si forma con il respiro e l’aumento dei batteri. Tutto questo scatena un accumulo di sebo e una manifestazione di tipo acneico. Come prevenire questa situazione? Sicuramente va scelta la mascherina idonea alla situazione in cui ci si trova, poi va fatta una detersione adeguata del viso con l’acqua micellare che ha dei tensioattivi molto delicati e non alterano il ph della pelle, oppure con dei latti detergenti che contengono camomilla e calendula e hanno una funzione calmante. Si possono usare anche alcuni tonici non alcolici e tra una mascherina e l’altra una spruzzata di acqua micellare per rinfrescare”.
Per proteggere la pelle è fondamentale anche agire prima di indossare la mascherina con una buona idratazione che fortifica e prepara il viso.
“Al mattino bisogna mettere una buona crema protettiva a base di ceramide così la pelle viene ben idratata”, ha sottolineato il dermatologo Spina, “è importante anche dopo fare lo stesso processo e applicare delle creme che hanno un’azione anti-ossidante alla nicotinamide che ha un’attività sebo regolatrice. Chi può ogni tre ore dovrebbe togliere la mascherina e far respirare la pelle per almeno 15 minuti reitratandola con un’apposita crema a struttura non troppo pesante. E’ importante evitare, almeno per questo periodo, fondotinta e fard. Una volta a settimana è utile fare una maschera all’argilla al viso”.
Se la mascherina crea problematiche alla pelle del viso, gli igenizzanti stanno mettendo a dura prova le mani. Ma anche in questo caso il dottor Spina ha un consiglio valido sia per gli uomini, sia per le donne.
“E’ fondamentale anche per le mani l’idratazione”, ha concluso il dermatologo, “quindi prima di igienizzarsi le mani, ma anche dopo pulendo bene il tubo, è bene utilizzare una crema barriera che crea un film invisibile e ci dà un sollievo”.
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