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Renzi all’Aquila: segnalati dieci manifestanti. No Ombrina e 3e32 si discolpano, Acerbo: vendetta

Redazione Centrale di Redazione Centrale
20 Aprile 2016
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L’Aquila. Gli agenti della Digos hanno segnalato all’autorità giudiziaria una decina di manifestanti tra quelli del Comitato 3e32 e quelli di Ombrina Mare 2 giunti all’Aquila per protestare contro la realizzazione di un nuovo insediamento petrolifero sulla costa teatina in occasione della prima visita del Premier Matteo Renzi a fine agosto scorso. Renzi L'AquilaE proprio su alcuni di loro che si sono concentrate le indagini per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale visto che un’agente donna della polizia, nei momenti più concitati in prossimità di Palazzo Fibbioni, nuova sede comunale, era stata scaraventata contro i puntelli della scuola elementare Edmondo De Amicis riportando una contusione ad una spalla. Per tutti gli altri manifestanti gli investigatori contestano la manifestazione non autorizzata, visto che all’ultimo momento gli accordi presi dai comitati con le forze dell’ordine per manifestare secondo le regole dell’ordine e la sicurezza pubblica erano stati disattesi, costringendo il premier a dover saltare il primo appuntamenti istituzionale con il sindaco proprio a palazzo Fibbioni. Cortei dunque non autorizzati sfociati oltre nel parapiglia in piazza San Bernardino in scontri con le forze di polizia all’esterno della sede del Gran Sasso science institute, alla Villa Comunale. Alla fine si conteranno quattro feriti, oltre la poliziotta anche tre manifestanti. Ma soprattutto, in nome anche di una protesta importata, nel bilancio politico della manifestazione va messo il mancato incontro del premier Renzi con l’amministrazione comunale per affrontare i nodi urgenti della ricostruzione della città terremotata. “Il coordinamento apprende dalla stampa che vi sarebbero dei denunciati per la manifestazione a L’Aquila in occasione della visita di Renzi. Riteniamo le accuse del tutto prive di fondamento, per le più gravi basta guardare i video girati da testate localie nazionali. Abbiamo già espresso rincrescimento per la poliziotta ferita ma fu a causa di un contatto tra lei e un collega. In generale non si può certo scaricare sui manifestanti l’approssimativa, caotica ed inadeguata gestione dell’ordine pubblico di quella giornata, addirittura con cariche a freddo tra i giornalisti. In questi anni abbiamo organizzato decine di eventi e diverse manifestazioni con migliaia o decine di migliaia di partecipanti senza che rimanesse a terra neanche una carta. Ci siamo presentati a L’Aquila con poche centinaia di persone, a volto scoperto e solo la bandiera No Ombrina tra le mani. Diversi manifestanti superavano la sessantina. Infine ricordiamo che le nostre istanze nel frattempo sono diventate leggi dello Stato votate dal Parlamento. Evidentemente avevamo ragione a contestare chi, come Renzi, non voleva ascoltare il popolo e le istituzioni abruzzesi” così in una nota il comitato no Ombrina. Nessuno del Comitato 3e32 ha ancora ricevuto notifiche di atti giudiziari, né l’avvocato aquilano che di solito cura gli interessi del comitato si dice al corrente dell’esistenza di procedimenti in corso, evidentemente l’indagine è ancora agli inizi. “Sarà casuale, ma è molto inquietante che il giorno dopo il risultato del referendum giunga la notizia che la Questura dell’Aquila ha denunciato una decina di attivisti abruzzesi per aver partecipato alla sacrosanta protesta No Ombrina in occasione della visita del Presidente del Consiglio Renzi lo scorso agosto”, scrive Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale Rifobndazione comunista – Sinistra europea. “Ricordo che furono i manifestanti a ricevere manganellate e spinte a causa di una folle decisione di interdire ai cittadini la possibilità di avvicinarsi ai luoghi della visita – prosegue – La protesta era talmente sacrosanta che anche a seguito dei quesiti referendari lo stesso governo ha dovuto bloccare Ombrina, il progetto di raffineria galleggiante davanti al Parco della Costa Teatina, e reintrodurre il divieto entro le 12 miglia dalla costa”. “Quella protesta, democratica e non violenta, portò all’attenzione di tutti i media nazionali un progetto assurdo contro il quale avevano manifestato 60 mila persone a Lanciano solo poche settimane prima”, conclude.

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