Pescara. “Sembrava un bombardamento. Improvvisamente gli allarmi hanno iniziato a suonare, le persone a correre e si sentiva il rumore dei vetri che si rompevano”. Così alcuni giornalisti, impegnati in una conferenza stampa alla Regione Abruzzo, a Pescara, raccontano la violenta grandinata che ha colpito in tarda mattinata il capoluogo adriatico. “Stavamo salendo le scale”, dicono, “quando abbiamo iniziato a sentire dei rumori ripetuti e violenti, come fossero colpi di arma da fuoco. Poi le finestre dello stabile si sono rotte. A quel punto abbiamo raggiunto l’uscita e, restando al riparo, abbiamo visto la grandine, grande come arance o palline da tennis, che cadeva con violenza sulle auto e in strada. C’erano persone che scappavano, automobilisti che percorrevano strade contromano per mettersi al riparo”. “Il fenomeno, violentissimo”, aggiungono, “è durato circa cinque minuti. Poi è arrivata una pioggia intensa. Nei minuti successivi, girando per la città, lo scenario era apocalittico: ovunque”, concludono, “vetri infranti, auto danneggiate, persone in lacrime”.
Almeno 30 o 40 centimetri di acqua, forse mezzo metro durante il nubifragio, in piazza della Rinascita, la piazza centrale di Pescara, nonché la più grande e uno dei simboli della città. In tanti, commentando il fenomeno in atto, secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, dicono di non aver “mai visto una cosa del genere”.
Dappertutto, nel capoluogo adriatico, si vedono persone che camminano lungo le strade con l’acqua fin sopra alle ginocchia. Negozi e locali al pianterreno allagati nelle centrali via Nicola Fabrizi e nel proseguimento di via Gobetti verso il porto. Molti negozianti hanno già annunciato che non potranno riaprire.

