Nereto. L’Anpi della provincia di Teramo esprime “sconcerto e viva preoccupazione per l’intenzione, espressa dal Sindaco di Nereto, di intitolare una via del paese a Giorgio Almirante.
La toponomastica ha un forte valore pedagogico, traccia un esempio etico e morale di impegno che spazia dal
campo artistico e intellettuale a quello storico, politico e civile. Le vie e le piazze vengono di regola intitolate a
personaggi illustri, che per loro vita, le loro opere e le loro azioni, si sono distinti meritevolmente tanto da
assumere un valore di esempio. Sono nomi che suscitano rispetto ed ammirazione nelle persone che li
conoscono e attenzione e curiosità in coloro che invece non sanno chi sono”. “Almirante fin da giovane fu un
convinto fascista. Iniziò a lavorare come giornalista e fu uno dei principali redattori de “La difesa della Razza”,
il periodico che iniziò le sue pubblicazioni nel 1938 e che, insieme all’approvazione delle cosiddette “leggi
razziali”, segnò la definitiva svolta antisemita e razzista del regime fascista. In uno dei suoi articoli più citati
che venne pubblicato il 5 maggio del 1942 scriveva: ‘Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti'”, continua
l’associazione dei partigiani.
“Un uomo così, può rappresentare un esempio? Suscitare rispetto, ammirazione? Chi lo propone rappresenta a Nereto la più alta carica istituzionale, rifletta attentamente sul ruolo che svolge ed eviti slogan da bar, principi vuoti e ignobili accostamenti come quelli che ha esternato. Affiancare il nome di Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer a quello di Almirante è assolutamente vergognoso”, chiude l’Anpi teramana.