L’Aquila. Con circa 2.500 sequenze genetiche del virus SarsCoV2 finora raccolte l’Italia è ultima in Europa, contro le 20.000 della Spagna e le 5.000 della Germania: “L’Italia non investe in questo campo, essenziale per identificare le varianti del virus in circolazione e avere così un’idea sulla capacità dei vaccini di contrastarle”, dice all’ANSA il genetista Massimo Zollo, dell’Università Federico II di Napoli e coordinatore della Task force Covid-19 del CEINGE-Biotecnologie avanzate. Su indicazioni dei Centri europei per il controllo delle malattie (Ecdc) si calcola che per identificare la presenza dell’1% di una variante su 25.000 casi positivi sarebbero necessarie 4.267 sequenze del virus da produrre alla settimana, “ma in Italia siamo fortemente al di sotto di questi numeri e non abbiamo nessuna indicazione”, osserva Zollo.
“Si può dire che ci si trova di fronte a una variante se la presenza di una variante in una popolazione supera un certo numero di particelle virali (virioni) che la contengono: più sequenze di virioni abbiamo, più possiamo avere la sicurezza statistica che una variante si è fissata nella regione/popolazione”. Per Zollo la sequenza genetica “è attualmente l’unica informazione che permette di avere indicazioni sull’affinità del vaccino con la mutazione identificata”. L’idea, secondo l’esperto, sarebbe “andare di pari passo con analisi dei tamponi, azioni di screening e
sequenziamento”. L’Italia ha le competenze per realizzare un’iniziativa simile: “sarebbe fondamentale”, rileva
Zollo.
“Potremmo avere – prosegue – una sorta di sigillo di garanzia che il virus possa essere bloccato dal vaccino. In alcuni Stati si sta già facendo”. Le sequenze genetiche finora ottenute in Italia sono 2.500: “prima dell’estate erano circa mille: non c’è una proporzione diretta con la circolazione del virus. Siamo il fanalino di coda in Europa”, osserva. In Gran Bretagna sono state ottenute nel frattempo circa 200.000 sequenze di virus, grazie al programma nazionale promosso dal Paese; al 21 gennaio scorso la Spagna aveva raccolto 20.000 sequenze, in Svizzera sono state raccolte 8.000 sequenze. Fino all’ottobre scorso la Germania aveva raccolto un migliaio di sequenze, ma non appena la circolazione del virus si è intensificata, dal 20 dicembre ad oggi sono state ottenute circa 4.000 sequenze del virus.