“Se il vaccino sarà in grado di prevenire i sintomi o anche la diffusione del contagio è una delle prime domande importanti a cui dovranno rispondere, se i dati lo riveleranno, le agenzie regolatorie. Vanno bene entrambe le situazioni, ma farebbe una grossa differenza se prevenisse anche la trasmissione, accelererebbe la normalizzazione della nostra vita”. Lo ha detto a Timeline, su Sky TG24, l’ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) Guido Rasi.
“Più si fa in fretta a vaccinare la maggior parte della popolazione e prima questa situazione finirà. I vaccini ci saranno e saranno vaccini che funzioneranno, ci vorrà solo un po’ di tempo. Più sarà efficiente la campagna vaccinale e prima si farà”, ha aggiunto. “Io mi presto come volontario per qualsiasi dei vaccini in corso. Un po’ agé, ma sono disponibile come volontario per qualsiasi vaccino in sviluppo”, ha detto rispondendo alla domanda se sia disponibile a vaccinarsi quando ci sarà un vaccino disponibile. I dati che hanno dato in questi giorni le aziende farmaceutiche sul vaccino sono
tutti giusti e al contempo tutti sbagliati. Sono singolarmente giusti, quando poi li aggreghiamo viene fuori il vero dato. Sarà quello che ci dirà come orientare la campagna, quanto velocemente e quanto facilmente riusciremo a uscirne”.
“L’Ema ha visto i dati preliminari e ad ora non ha avuto obiezioni su questa parte, ma i dati importanti sono quelli che iniziano in queste settimane. Almeno due ditte sottoporranno i dati in questi giorni, forse oggi, e la verità inizia da qui. Sono convinto che le ditte non abbiano dato dati lontani dalla verità, però hanno sempre parlato di gruppi. Da oggi probabilmente iniziamo a sapere qualcosa di vero”. E ha spiegato ancora: “non avere la diffusione dei dati durante la sperimentazione è assolutamente normale. Anzi, più si sta zitti in fase di sperimentazione e meno si fa confusione. Crisanti ha fatto domande giuste, da lui ci aspettavamo che sapesse anche dove trovare le risposte, ovvero che quando l’Ema dirà sì o no vorrà dire che avranno visto i dati e tratto le loro conclusioni. È opportuno non disseminarli prima, perché sono dati incompleti”.