Entro la fine del 2021 la produzione mondiale dei vaccini anti Covid-19 potrebbe raggiungere quasi 9,5 miliardi di dosi, mentre altri 77 candidati vaccini stanno completando la sperimentazione: è uno scenario incoraggiante, quello presentato dalla rivista Nature sul suo sito e basato sui dati forniti dalla società di analisi Airfinity. Sul successo delle campagne di vaccinazione pesano però due incognite importanti: la prima è la presenza delle varianti del virus SarsCoV2, che potrebbero sfuggire ai vaccini, e la seconda è nelle grandi disparità nella distribuzione, con i Paesi più poveri che hanno una quantità di dosi 8,5 volte inferiore rispetto al mondo industrializzato.
Dall’analisi di Aifinity emerge che disparità e attese deluse hanno caratterizzato fin dall’inizio la corsa ai vaccini, a partire dai 31 milioni di dosi effettivamente prodotte nel 2020, pari ad appena il 4% degli 837 milioni di dosi attesi per lo stesso anno. A partire dall’inizio dell’anno nel mondo sono state prodotte 413 milioni di dosi, la maggior parte delle quali dall’americana Pfizer con la tedesca BioNTech (119 milioni).
Seguono la cinese Sinovac (91), l’anglo-svedese AstraZeneca (83) l’americana Moderna (61) e, a distanza, i vaccini della cinese Sinopharm (38), il russo Sputnik V (10), l’indiano Bharat (5,5) e infine quelli dell’americana Johnson&Johnson (4) e della cinese CanSino (2).