Con il rinvio a giudizio immediato, viene respinta anche la istanza presentata dai rispettivi collegi difensivi di incompetenza territoriale; il legale di Quaglieri Carlo Polce, quando l’inchiesta è scattata, ha parlato di abbaglio giudiziario. Il caso Quaglieri è diventato un caso politico in seno al centrodestra che il 10 marzo scorso è stato confermato per il secondo mandato di fila, prima volta nella storia della Regione, ad amministrare l’Abruzzo, roccaforte di FdI perché con le vittorie del sindaco, Pierluigi Biondi all’Aquila, nel 2017 primo sindaco meloniano di un capoluogo di regione, e di Marsilio, nel 2019 primo governatore, è iniziata l’ascesa dal partito. Il premier, Gorgia Meloni, alle politiche del 2022 è stata eletta alla Camera nel collegio L’Aquila-Teramo.
Si tratta del secondo filone di inchiesta che ha coinvolto l’assessore regionale, di professione medico. Quello principale, ancora nella fase delle indagini preliminari, è legato ad un presunto conflitto di interessi tra la professione di medico e di amministratore portata avanti contestualmente da parte di Quaglieri, fin dal 2019: l’assessore e medico è indagato per falso e abuso d’ufficio, insieme a lui è finita sotto inchiesta, per il solo abuso d’ufficio, l’imprenditrice Lucia Di Lorenzo, proprietaria della clinica privata Di Lorenzo di Avezzano (L’Aquila), nella quale lavora da anni con un contratto a prestazione il politico. In merito all’accusa di peculato, secondo il pm, Quaglieri in qualità di sindaco e rappresentate pro tempore del comune di Trasacco, il 29 ottobre del 2013, senza autorizzazione ha volturato la utenza della sua sim personale intestandola all’amministrazione e trattenendola fino al 28 giugno 2024 periodo nel quale scrive la Procura “si appropriava di 6.621,65 euro”, somma corrisposta dall’ente locale.
Quaglieri, negli interrogatori, si è difeso asserendo di avere compensato la somma con la liquidazione mai percepita per il periodo in cui è stato amministratore. Ma, sostiene il pm Cellini, “con tale condotta appropriativa Quaglieri effettuava un atto di autotutela nei confronti della Pubblica amministrazione in un caso non previsto dalla legge al fine di esercitare un asserito diritto di credito di matrice privatistica di euro 6.275, montante della indennità di fine mandato per gi anni 2012-217, da porre in compensazione con il credito maturato nei suoi confonti dall’ente locale per il pagamento dell’utilizzo del telefono in suo uso dal 2013 al 2024, dell’ammontare di euro 6.621,65, somma peraltro superiore a quella di cui è asseritamente titolare”. Il caso Quaglieri è divampato con un esposto all’autorità nazionale anticorruzione (Anac) presentato dal consigliere regionale del PD Pierpaolo Petrucci e dal suo gruppo consiliare. L’Anac si è detta non competente invitando la Regione a fare verifiche. Per gli uffici del consiglio regionale e per la giunta per le elezioni non c’è nessun conflitto di interessi.