Chieti. All’applicazione della chirurgia robot assistita per la cistectomia radicale e quindi della asportazione della vescica, frontiera più estrema della chirurgia mini-invasiva in urologia, è dedicata la prima masterclass “On Robot-Assisted Radical Cystectomy And Neobladder”, in programma il 12 e il 13 dicembre presso l’Auditorium del Rettorato dell’Università Di Chieti, a cui partecipano esperti nazionali e internazionali, ai fini di fare il punto per la prima volta su benefici e miglioramenti della chirurgia robot-assistita in urologia. L’evento, organizzato in collaborazione con l’Università di Torino e i prof.ri Porpiglia, Fiori e Amparore, ha ricevuto il contributo di alcune aziende sponsor, fra le quali Toto Holding.
“Con la chirurgia robotica, il paziente beneficia sicuramente di un approccio mininvasivo, più sicuro, perché garantisce movimenti più fini, una visualizzazione ‘magnificata’ del campo operatorio e un tasso di sanguinamenti notevolmente ridotto”, afferma il Professor Luigi Schips, ordinario di Urologia e Direttore della Scuola di Specializzazione Urologia dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti e Pescara, nonché neopresidente del Collegio degli Ordinari di Urologia.
Ricostruzione vescicale. La ricostruzione della vescica viene oggi eseguita utilizzando una parte dell’intestino del paziente che consente di eliminare l’uso del sacchetto per le urine. “Dopo che la vescica viene rimossa è sempre necessario proporre una derivazione urinaria. Solitamente queste ricostruzioni consistono nell’abboccamento degli ureteri, i “tubicini” che portano l’urina dai reni alla vescica, ad un tratto di intestino tenue e poi quest’ultimo alla cute, in quello che viene definito condotto ileale”, spiega Michele Marchioni, professore associato in Urologia dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti e Pescara, dirigente medico presso l’Ospedale Clinicizzato “Ss. Annunziata” di Chieti.
Fra i temi che saranno affrontati nella due giorni c’è anche la sperimentazione in corso sul trapianto di vescica urinaria umana, una tipologia di trapianto mai prima eseguita per via della complessa anatomia vascolare pelvica profonda, la visualizzazione intraoperatoria limitata e l’elevata complessità procedurale.
“La robotica ha dei vantaggi relativi alla visualizzazione della vascolarizzazione. Nel contesto del trapianto di vescica, l’espianto viene fatto in maniera robotica perchè consente di risparmiare il più possibile le vascolarizzazioni collaterali e sicuramente di fare una raccolta del blocco vescicale, in modo tale che questo possa avere tutte le unità anatomiche da reimpiantare in maniera efficace nel ricevente”, spiega Giovanni Cacciamani, Professore associato di Urologia e Radiologia presso la University of Southern California, uno degli esperti internazionali che partecipano alla masterclass.