L’Aquila. “Scegliere di studiare all’università in Abruzzo sta diventando sempre più una scelta impossibile per chi non gode di buone disponibilità economiche”. Così in una nota Udu L’Aquila, Udu Teramo e 360 Gradi Chieti Pescara denunciano la situazione di stallo in cui si trovano le università abruzzesi.
“La legge (LR 91/94) obbliga la Regione a convocare la CRU (conferenza regione università) ogni 3 anni per
aggiornare il piano di indirizzo triennale del diritto allo studio, ovvero l’insieme delle regole e degli
interventi che regolano le borse di studio regionali e sulla base del quale vengono redatti i bandi delle ADSU
di L’Aquila, Teramo e Chieti.
Dal 2015 questo organo non viene convocato, nonostante manifestazioni, solleciti scritti, telefonici e
riunioni con gli esponenti politici che sono arrivati a ignorare perfino una mozione approvata nel novembre
2021 nella quinta commissione del consiglio regionale, in cui si chiedeva la convocazione della CRU.
Dal 2018 chiediamo, come Coordinamento Regionale UDU L’Aquila – UDU Teramo – 360 Gradi Chieti
Pescara, di cambiare una norma sulla cosiddetta “prima immatricolazione” che impedisce alle studentesse
e studenti di cambiare corso di laurea, pena la perdita della borsa di studio. Quest’anno, inoltre, è
intervenuto un nuovo decreto nazionale (DM 1320/2021) che ha modificato diversi aspetti delle borse di
studio e pertanto obbligatoriamente andava convocata la CRU per recepire il nuovo decreto.
La Regione Abruzzo si è mostrata un vero e proprio muro di gomma che, poggiando nella più totale
illegittimità, ha determinato la seguente situazione: le ADSU di Chieti e di Teramo hanno pubblicato i loro
bandi qualche giorno fa, recependo alcuni aspetti del nuovo decreto nazionale (ma non l’anticipo dei tempi
di pagamento delle borse di studio) e non considerando la nostra proposta sulla “prima immatricolazione”
(quindi diversi studenti continueranno a perdere la borsa di studio qualora decidano di cambiare corso di
laurea); invece, l’ADSU dell’Aquila è ancora in attesa di un qualche provvedimento della Regione Abruzzo
che dica cosa recepire del decreto nazionale e cosa no, con il risultato di essere in un tremendo ritardo
nella pubblicazione del bando, che renderà difficile elaborare le graduatorie in tempo per il prossimo anno
accademico.
Per quanto riguarda L’Aquila, perdura inoltre l’incertezza sulla Residenza Universitaria Campomizzi per la
quale dopo mesi di lotte e interlocuzioni con la politica ci saremmo aspettati una più rapida risoluzione. Ad
oggi non si ha un bando per la borsa di studio, né una residenza universitaria. A Chieti ci sono ancora
centinaia e centinaia di studenti che non hanno ricevuto la borsa di studio del passato anno accademico
(2021/22). A Teramo e a Chieti/Pescara non sono state monetizzate le quote della mensa non fruita
durante il primo lockdown, come previsto dalla legge.
E’ un quadro davvero desolante. Molti studenti e studentesse, di fronte a un tale clima di incertezza e una
totale chiusura alle istanze studentesche, di cui l’Assessore Regionale Pietro Quaresimale deve assumersi
la piena responsabilità, saranno tentati, se possono, di fuggire.
E’ questo che merita l’Abruzzo e i suoi studenti? Oltre al danno, ci aspetta anche la beffa: sta iniziando la
campagna elettorale per le prossime elezioni politiche e sentiremo molti esponenti politici riempirsi la
bocca delle parole “futuro”, “giovani” e “cultura”, mentre quotidianamente queste tre parole sono
calpestate, in maniera anche del tutto illegittima, da una classe politica e di amministratori del tutto sorda
alle istanze e ai bisogni degli studenti e studentesse”.