L’Aquila. L’età media alla laurea migliora e nel 2021 è pari a 25,7 anni,nel 2011 era 26,9 anni. Così come migliora la regolarità negli studi in modo costante e marcato,soprattutto negli ultimi due anni grazie alla proroga della chiusura dell’anno accademico concessa agli studenti per l’emergenza Covid-19.
Nel 2011 concludeva gli studi in corso il 38,9% dei laureati, nel 2021 la percentuale raggiunge il 60,9%. Il voto medio alla laurea nel 2021 è pari a 103,5 su 110 (nel 2011 era 102,9 su 110). Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto AlmaLaurea presentato oggi.
L’andamento delle immatricolazioni si rispecchia in modo interessante, viene fatto notare nel Rapporto, nelle aree disciplinari: rispetto all’anno accademico 2003/04 l’area Stem mostra un aumento del 14%, mentre quella sanitaria e agro-veterinaria ha registrato un incremento del 2%. Infine, l’area artistica, letteraria ed educazione e soprattutto l’area economica, giuridica e sociale sono ancora al di sotto della quota di immatricolati del 2003/04: rispettivamente -11% e -15%.
Nel 2021 il tasso di occupazione è pari, a un anno dal conseguimento del titolo, al 74,5% tra i laureati di primo livello e al 74,6% tra i laureati di secondo livello. Anche se nel rapporto è stato tralasciato il confronto con il 2020, viene però sottolineato che “praticamente tutti gli indicatori presi in esame figurano in miglioramento rispetto al 2020″”.
In un quadro “sostanzialmente positivo sulle performance occupazionali dei laureati”, viene però rilevato che la forma contrattuale più diffusa nel 2021, a un anno dal conseguimento dal titolo, è “il lavoro non standard, prevalentemente alle dipendenze a tempo determinato”, che riguarda circa il 40% degli occupati (41,4% laureati di primo livello e 38,5% laureati di secondo livello).
Rispetto alla rilevazione del 2019 l’incremento è pari a +2,6 punti percentuali per i laureati di primo livello e +4,9 punti quelli di secondo livello. La retribuzione mensile netta a un anno dal titolo è nel 2021, in media, pari a 1.340 euro per i laureati di primo livello e a 1.407 euro per i laureati di secondo livello. Rispetto all’indagine del 2019 si rileva un aumento: +9,1% per i laureati di primo livello e +7,7% per quelli di secondo livello.
Anche a cinque anni dalla laurea il tasso di occupazione è in aumento. Nel 2021 è pari a 89,6% per i laureati di primo livello e a 88,5% per quelli di secondo livello. Nel 2019 erano rispettivamente 88,7% e 86,8%. Nel 2021, a cinque anni dal titolo, la forma contrattuale più diffusa è invece il contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, che coinvolge oltre il 50% degli occupati (65,5% tra i laureati di primo livello e 55,8% tra quelli di secondo livello).
Per quanto riguarda il lavoro autonomo la quota si attesta al 9,4% tra i laureati di primo livello e al 19,8% tra i laureati di secondo livello, e il contratto non standard (in particolare alle dipendenze a tempo determinato) riguarda il 15,8% dei laureati di primo livello e il 17,4% di quelli di secondo livello. La retribuzione mensile netta a cinque anni dal titolo è pari a 1.554 euro per i laureati di primo livello e 1.635 euro per i laureati di secondo livello, con un aumento rispetto al 2019 rispettivamente di +8,3% e +7,3%.