Teramo. Si è svolta stamattina, nella sede dell’Unione dei Comuni Val Vibrata, una riunione fra la direzione strategica della Asl e i 12 sindaci della vallata, o loro delegati. All’incontro, convocato dalla presidente dell’Unione, Cristina Di Pietro, erano presenti per la Asl il direttore generale Maurizio Di Giosia, il direttore amministrativo Franco Santarelli e il direttore sanitario Maurizio Brucchi. Insieme a loro, il direttore della UOC di Ostetricia e Ginecologia di Teramo e Sant’Omero, Alessandro Santarelli.
L’attenzione è stata catalizzata, infatti, per buona parte della riunione, su quello che gli organi di stampa hanno definito il “depotenziamento” dell’Ostetricia e Ginecologia di Sant’Omero. I tre direttori hanno spiegato che, secondo i progetti della Asl, in realtà è tutto il contrario.
“Non c’è stato né ci sarà alcun taglio, anzi. Da tempo ormai è stata superata una vecchia, direi vecchissima, ottica basata sulla frammentazione dei reparti tradizionali: non ha senso replicare nei quattro ospedali inutili doppioni, ma ha invece un notevole valore fornire in ogni ospedale alte professionalità e specializzazioni in grado di dare risposte efficaci ai bisogni di salute. Questo modello è tanto più valido quando riguarda la creazione di una rete che mette in collegamento e in stretta coordinazione due reparti della stessa specialità o interdisciplinari”, ha spiegato Di Giosia. “Il nodo centrale, dunque, non è la presunta perdita di autonomia delle unità operative trasformate da UOC in UOSD o UOS: io direi che, invece, il collegamento virtuoso fra due unità operative è una risorsa. La UOC, nel nuovo modello di sanità, può essere un vincolo e un elemento di fragilità. Il reparto di Ostetricia e Ginecologia di Sant’Omero sta vivendo un periodo di intensa attività, grazie anche al fatto che l’organico medico è composto da nove ginecologi strutturati più il primario (in comune con Teramo). Tutto questo ci consente di incrementare l’attività ambulatoriale e ostetrica. Non solo: abbiamo appena istituito, accanto alla “famosa” UOS di Ostetricia e Ginecologia, una UOS di Ecografia ginecologica di secondo livello, fondamentale per l’adeguatezza del percorso chirurgico delle pazienti e per il follow-up. Mi piace, a questo riguardo, sottolineare che ormai l’ospedale Val Vibrata è diventato un punto di riferimento non solo regionale, ma anche extraregionale per la chirurgia ricostruttiva del pavimento pelvico, in collaborazione con il reparto di Proctologia a direzione universitaria di Sant’Omero, diretto dal professor Pietroletti”.
“Non c’è, non c’è stata e non ci sarà alcuna riduzione dei servizi”, ha spiegato Brucchi. “Che il reparto sia centrale nelle strategie della Asl lo dimostrano i dati: ad esempio, nel 2024 vi sono stati 620 parti, allo stesso livello di quelli di Teramo, che sono stati 640. Non solo: il trend nazionale legato alla denatalità, che porta dunque a una riduzione del numero di parti, a Sant’Omero è più ridotto”. Centralità dell’ospedale confermata dal fatto che la Asl sta investendo più di 3 milioni di euro per l’acquisto di una TAC di ultima generazione, di un telecomandato già in attività e di una risonanza magnetica da 1,5 tesla che entrerà in funzione ai primi del 2026.
“Parlare di perdita di autonomia è fuorviante”, ha sottolineato Franco Santarelli. “Che si tratti di UOC, UOSD o UOS, ogni unità operativa va intesa all’interno di una visione e programmazione complessiva aziendale. I vari settori, dal punto di vista funzionale, sono interdisciplinari e contribuiscono, interagendo fra loro, a garantire prestazioni di alto livello al paziente. Se poi parliamo di gestione delle risorse, l’autonomia è integra sia che si parli di UOC che di UOS”.
“Oggi i medici sono sempre di meno, quindi possono scegliere dove lavorare”, ha spiegato Alessandro Santarelli, “e sono attratti da ospedali Hub. Il fatto di avere una UOS ci consente di far ruotare i medici e non avere problemi di personale. Non è un caso se a Sant’Omero abbiamo ben nove ginecologi strutturati. Sono importanti l’attività e il progetto, non la nomenclatura. Quello che dispiace è che, dopo gli articoli pubblicati negli ultimi giorni, siamo tempestati da telefonate di persone che ci chiedono se chiuderemo”.
Un argomento sottolineato da Di Giosia: “Polemiche speciose e infondate come quelle a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni – e che, in effetti, vengono reiterate da tempo – hanno ottenuto un unico, grande e perverso effetto: quello di disorientare la popolazione e creare timori. Proprio quella popolazione che si sbandiera di voler tutelare con questi annunci allarmistici”.