Castelli. Condannato a 400 euro di ammenda per avere introdotto in zona Parco, un arco, cinque frecce e due machete, chiede leggi di tutela per chi come lui si prende cura della natura, dovendosi poi scontrare con la burocrazia: protagonista della vicenda Fabrizio Sulli, un 35enne originario di Pescara che da oltre dieci anni vive in una casetta nel bosco nella Contrada Rava del Comune di Castelli (Teramo), all’interno del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
L’uomo era accusato di detenzione abusiva di armi, di introduzione di armi senza autorizzazione in una zona Parco, di minaccia e cattura di animali all’interno di un’area del Parco. In realtà Sulli ha sempre sostenuto che usa i machete per spaccare la legna, mentre l’arco e le frecce erano state portate e lasciate lì da una ragazza ospitata qualche giorno; l’accusa di cattura di animali invece riguarda il ritrovamento di una cinghialetta ferita.
Per sostenersi, come riporta l’Ansa, l’ambientalista oltre a dedicarsi all’orto e a raccogliere frutti, ha per alcuni anni avuto delle capre e si è dedicato a diversi lavori di carattere occasionale, come le potature e il giardinaggio, nelle campagne e nelle città limitrofe. Da poco più di due anni è diventato una guida Aigae e accompagna le persone in escursioni didattiche e naturalistiche fra i monti abruzzesi.
Questa mattina Fabrizio Sulli ha pubblicato su Facebook un post dove racconta il suo punto di vista:
Ieri c’è stato l’epilogo del primo grado del procedimento secondo cui, il comando dei forestali di Castelli assieme al pm ( che chiedeva 4 mesi di reclusione! ) volevano farmi passare per bracconiere. Inventandosi ad arte una minaccia a loro diretti, e per arco e frecce (neppure miei) , machete per depezzare la legna, e la cinghialetta delle dimensioni di un gatto trovata e rimessa in sesto in attesa di portarla al CRAS di Popoli.
Dall’anticipo della sentenza, che non ho letto, nonostante i danni siano stati minimizzati, quello che rimane è un sapore amaro. Che non mi lascia pienamente soddisfatto, e anzi mi da completa sfiducia in persone che ormai sono nient’altro che macchine, come un amico mi scriveva qui tempo fa.Dopo più di 2 anni (era luglio 2019) cade l’accusa della minaccia. Viene riconosciuto che ho soccorso quell’animale (quindi non catturato) MA non potevo tenerlo (domanda e riflessione : visto che non si reggeva in piedi, senza quei 2 giorni di primo soccorso ed alimentazione, neanche ci sarebbe arrivata viva al cras più vicino), e rimane comunque il possesso dell’arco e delle frecce. A nulla è valso dichiarare che neanche erano miei, con tanto di foto di chi li utilizzava. Da qui un’altra lezione, ovvero che parare il culo a chi poi se ne lava comodamente le mani, quando poteva far cadere pure questa accusa con una semplice dichiarazione e testimonianza, è una scelta errata. Certe persone non meritano nulla.Quindi praticamente per le solite questioni burocratiche, 400 euro di ammenda.Voi mi direte, che poteva andare peggio? Certamente. Eppure dal punto di vista morale questa rimane una sconfitta. Soprattutto perchè ciò che avrei voluto è uscirne al pari di come mi sento, con la coscienza a posto. Contro chi ha puntato a screditarmi. Con cui mi rapportavo per le segnalazioni e per le riprese degli animali che andavo a far vedere loro in caserma, che hanno pure dichiarato ciò davanti al giudice, compresa la situazione sul bracconaggio locale.Siamo di fronte ad un sistema stratificato ed ormai autoreferenziale. Con cui meno hai a che fare e meglio ne godi di salute. Io ho tratto le mie conclusioni e cambierà da ora in poi il mio indirizzo. La mia fiducia verso le istituzioni è zero. Resto fiducioso sempre, al contrario, verso chi ha scelto e sceglie ogni giorno di restare umano.Tutto ciò, ed una notte di pensieri, mi hanno portato a queste conclusioni:– Seh, vabbè! Questi ormai non sono neppure più esseri umani. Non ha senso averci rapporti, e più stai lontano da tutti coloro che sono in quella modalità, meglio ne va del mio equilibrio fisico, psichico e soprattutto energetico. Non ho più energie da dedicare. Anche se nessuno mi ridarà indietro tutti i mesi a sentirmi male e provare schifo e sdegno per esser stato trattato in quella maniera, con delle calunnie vergognose, volte a farmi perdere la faccia.– Vuoi davvero realizzare qualsiasi progetto e stare bene? Non far minimamente avvicinare nella tua vita chi usa e getta, scoppiati e disorientati vari, e parassiti energetici pronti ad arraffare e poi lasciarti nella merda. A maggior ragione chi è perso in dipendenze varie, alcolizzati in primis, e non si cura delle conseguenze delle sue azioni o di chi è davvero dietro la maschera che porta. Va preso atto che può aiutare se stesso solo chi si mette realmente in gioco. Ed ho perso troppo tempo, per ogni persona del genere, a cui ho ingenuamente e per aiutare, permesso di entrare nel mio percorso.Si va avanti. Le lezioni servono per cadere e rialzarsi, proseguendo nel restare umani e rapportandosi con chi ancora è in quella vibrazione, ma senza dimenticare mai l’autoconservazione di se.
Un sentito ringraziamento a Michele Pezone e Francesca Di Bartolomeo per l’aiuto in questa vicenda. A chi ha sostenuto, e a tutti quei pochi amici che sono realmente stati presenti, sorbendosi pure i miei sfoghi interminabili quando stavo male.