
Un tranquillo pavido di provincia è un racconto dallo stile immediato, che dietro un’apparente leggerezza propone argomenti su cui l’uomo si interroga da quando ha raggiunto l’età della consapevolezza. Del resto vivere è un mestiere difficile; per questo Enrico, animo dai pensieri incerti, lascia decidere gli eventi per lui, finché uno di essi lo pone di fronte alla scelta più drastica.
Con una scrittura trasparente, L’autore affida al caso il compito di mettere pace al viaggio di un uomo che guarda il mondo con gli occhi estranei ad ogni certezza. «Non vorrei prendermi per il culo, che è uno degli accessori più delicati. Vivere sapendo di dover morire è una tesi incontestabile, tutto dipende dalla maniera in cui viene la consolazione».
Postfazione di Nicoletta Leva. Con una nota di Pierangelo Miani.
Lucio Basile, abruzzese di Moscufo, a sessantatré anni non sa ancora se gli sarebbe piaciuto più essere un pediatra o uno scrittore. In attesa di dirimere il dubbio fa entrambe le cose, e ringrazia tutti per la stima. È autore di racconti e casi clinici romanzati, che pubblica su riviste di settore: non li preferisce ai romanzi, sono solo meno faticosi. Frequenta, con alterni profitti, la scuola di scrittura Macondo di Pescara.